8.5
- Band: SADIST
- Durata: 00:43:20
- Disponibile dal: 15/07/1993
- Etichetta:
- Nosferatu Records
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Correva l’anno 1993 quando i genovesi Sadist diedero alle stampe quello che fu (e resta tuttora) probabilmente uno degli album più importanti e rappresentativi di metal estremo nel suolo italico…e non solo! “Above The Light” è stato il disco che ha segnato l’inizio di una carriera e di un percorso musicale che la band capitanata dal chitarrista/tastierista Tommy Talamanca ha portato, e sta portando, avanti da vent’anni a questa parte con passione e continuità, non smettendo mai di sperimentare e di alzare l’asticella della qualità musicale e, comunque, gettando sempre il cuore oltre l’ostacolo. Se volessimo incanalare i Sadist di “Above The Light” in un singolo genere musicale, finiremmo per commettere un errore di sostanza, in quanto il lavoro in questione è sì un album death metal, ma esso ha altresì un’indole ed uno spirito assolutamente progressive, e al suo interno non mancano di certo sfuriate di stampo prettamente thrash metal. A tutto ciò va aggiunto uno degli elementi che sin dai primi minuti di ascolto rende distintivo ed inconfondibile il sound dei Nostri: un massiccio, intelligente ed incisivo uso delle tastiere. Questo è l’elemento che, per il genere in questione, ha rappresentato la novità e l’avanguardia. Prima di loro, infatti, soltanto band quali Nocturnus o Cynic avevano osato tanto, facendone un uso peraltro molto differente, certamente meno rimarcato e meno impartante. Si può tranquillamente affermare, senza troppa paura di venire smentiti, che all’epoca nessun’altra band suonava ciò che suonavano i Sadist. “Above The Light” è un disco genuino, istintivo, suonato da ventenni con una voglia terribile di sperimentare, per nulla preoccupati di dare alle stampe qualcosa che sarebbe risultato pressoché incomprensibile ai più. Potremmo paragonare i brani di questo album a tappe di un viaggio che l’ascoltatore intraprende, tappe che nel tempo rimarranno indelebili e che dovrebbero rimanere scolpite nella memoria di ogni appassionato di musica estrema. Citiamo “Breathin’ Cancer”, uno dei brani che meglio rappresentano gli intenti dei Sadist, con il suo alternarsi repentino di luci e ombre, con urgentissime ed affilate rasoiate death metal che si alternano a momenti di sopraffina quiete, dove a farla da padrone sono i fantastici assoli di Tommy, soli che fanno emergere subito un gusto melodico a dir poco disarmante. Ma la verità è che lo stesso discorso lo potremmo fare anche per la splendida “Enslaver Of Lies”, che tiene letteralmente l’ascoltatore con il fiato sospeso tra un assolo in tapping e una sfuriata di doppia grancassa. Fatto sta che ogni brano di questo album – o tappa di questo viaggio – ha tutte le ragioni per essere divenuto nel tempo un cavallo di battaglia per la band ligure, che ancora oggi infatti ce li ripropone con immutata rabbia e passione in sede live. “Above The Light” è dunque un disco d’avanguardia che, come in tanti altri casi, è stato riscoperto soltanto diversi anni dopo la sua uscita. Tuttavia, dato che tra i tanti aspetti positivi che la musica ha, vi è anche quello che, fortunatamente, essa non scade, ecco che si può fare benissimo sempre in tempo a riscoprire il valore di certi capolavori come questo!