7.0
- Band: SADUS
- Durata: 00:47:07
- Disponibile dal: 17/11/2023
- Etichetta:
- Nuclear Blast
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Chi non muore si rivede. Lo sappiamo, per iniziare avremmo potuto trovare sicuramente qualche frase più intelligente di questa, ma, a pensarci, sono passati ben diciassette anni dall’ultimo lavoro dei Sadus – l’abbastanza controverso “Out For Blood” – e nel frattempo le reunion delle band del passato sono diventate eventi praticamente ordinari, se non quasi fastidiosi. Di conseguenza, “The Shadow Inside” forse potrebbe non colpire nel segno come vorrebbe, ma sicuramente non siamo né Joe Allen né Darren Travis e non sappiamo di preciso che aspettative ci siano in questo loro ritorno.
Ci basiamo quindi solamente su dei dati acquisiti, partendo dai più semplici. Steve DiGiorgio non fa più parte della band e, in modo un po’ buffo, fino a questo momento non si hanno notizie di chi si stia occupando del basso, visto che non risulta né nel materiale promozionale inviato né sono state trovate informazioni in giro per la rete. Di sicuro, non ci pare che nel mix finale al basso sia stato riservato un ruolo preponderante come fu per “Out For Blood” o “Elements Of Anger”.
L’artwork, affidato ad un Travis Smith non semplicissimo da riconoscere, richiama invece chiaramente quello di “Illusions” e “Swallowed In Black”: questo potrebbe essere un occhiolino che ci viene mandato dalla coppia Allen e Travis, ma, a conti fatti, “The Shadow Inside” non è un disco troppo pieno di piacioneria che vuole a tutti i costi ingraziarsi i fan del passato, visto che la furia dei primi capitoli è sì in qualche modo ripresa qua e là (“Anarchy” forse è la più tirata), ma le strutture di base dei Sadus del 2023 sono ben più complesse e pure più personali.
Siamo quindi di fronte ad un disco thrash metal con qualche spinta proto-death metal ogni tanto: un lotto di canzoni che si alternano fra del vecchio e sano ‘tupatupa’, dei midtempo rocciosi e una certa cura melodica nelle costruzioni. I singoli e il video usciti finora – “Scorched And Burnt”, “Ride The Knife” e “It’s The Sickness” – ne sono la prova.
Dopo ripetuti ascolti, ci piace inquadrare questa nuova fatica come un incrocio, ben riuscito, fra la furia dei primi tre e lo sfoggio tecnico di “Elements Of Anger”: stavolta però tutti i riff, i tempi più o meno dispari, i cambi improvvisi durante i pezzi ci risultano pensati per arricchire le canzoni stesse, più che per fare sfoggio dei musicisti.
Di quella sorta di groove metal di “Out For Blood” invece c’è pochissima traccia, anche se sicuramente, ad una attentissima analisi tecnica, non tutti i riff messi in campo sarebbero geneticamente assegnabili al periodo pre-Dimebag Darrell. Ma non ci importa più di tanto. Questa, secondo noi, è la chiave vera di “The Shadow Inside”: è un bel disco thrash metal che si permette di infilare riff efficaci, strutture mediamente complesse ma memorizzabili, la voce riconoscibile di Darren Travis, citazioni qua e là dei vecchi Metallica, Megadeth, tanti tanti Testament e altro ancora, senza per forza dover essere completamente inquadrato in un periodo storico o in uno stile unico. Il risultato non è miracoloso, ma è semplicemente efficace, e tanto ci basta.
Tornando all’inizio, se vogliamo immaginarci un messaggio che i due vogliono passarci tramite l’album, ce li figuriamo mentre suonano, sorridono e pensano – alla maniera del Jordan di “Space Jam” – “Vediamo se ci ricordiamo ancora come si fa”. Per noi, se lo ricordano piuttosto bene.