7.5
- Band: SAHG
- Durata: 00:40:18
- Disponibile dal: 21/10/2022
- Etichetta:
- Drakkar Records
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In silenzio per ben sei anni, almeno per quanto riguarda la pubblicazione di veri e propri full-length, tornano, in forma di power trio, i norvegesi Sahg. I doomster di Bergen hanno perso per strada il chitarrista Ole Walaunet e, invece di ricercare un sostituto a tutti i costi, reinventarsi in veste di classico tridente voce/chitarra più basso e batteria. I risultati si sentono: i brani sono più scarni, essenziali, non intenti a ricercare chissà che, bensì focalizzati a raggiungere il loro intento nel giro di pochi secondi, e già l’opener ce lo dice chiaramente, con un riff capace di catturare la nostra attenzione in pochissimi istanti. Una serie di brani totalmente influenzati dai Black Sabbath (anche il titolo del resto sembra volerli omaggiare) e da tutta un’aria proto-metal, occultamente anni ‘70, che fa dei giri di chitarra pesanti come macigni e di una morbosa rete di melodie le proprie carte d’identità. Le chitarre sono ricche d’inventiva nella produzione di riff oscuri, ma in generale la scrittura ci permette di godere di un disco doom metal piacevole e a modo suo facile da recepire, sebbene il meglio venga fuori dopo due-tre ascolti, quando le trame delle canzoni si sono fatte strada nelle nostre sinapsi. Tra momenti più prettamente heavy (“Fall Into The Fire”, “Salvation Damnation”), altri di facile ricezione che ci ricordano quasi i Ghost più doom (un altro progetto che del resto muoveva i primi passi in questo tipo di territorio…) e altri invece spediti direttamente dalla Birmingham del 1972 – come ad esempio la tenebrosa title-track, “Descendants Of The Devil” o la ozzyana “Killer Spirit (From Outta Hell)” – i norvegesi giocano in un campionato del quale hanno capito perfettamente le regole, e si fanno trovare preparati con un dischetto davvero godurioso, in grado di far felici gli old timer là fuori in cerca di qualcosa che ricordi la nostra musica pesante preferita com’era una volta pur senza suonare furbescamente nostalgico, bensì piuttosto genuino e d’impatto. Onesto e buonissimo metallo.