7.0
- Band: SAKAHITER
- Durata: 00:14:38
- Disponibile dal: 24/06/2022
- Etichetta:
- Nova Era Records
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Dopo diciassette anni ritornano a sorpresa i molisani Sakahiter. I Nostri avevano iniziato la carriera come band autoprodotta, ma con delle grandi aspettative: con l’ottimo primo demo “Lex Sacrata” ed il successivo valido EP “Omnes Eiura Deos” il combo aveva dimostrato di essere veramente una delle piccole, interessanti realtà dell’underground black metal nostrano. Poi però, purtroppo, il gruppo è svanito nel nulla, per ritornare (altrettanto misteriosamente) in vita con un nuovo EP, stavolta promosso da un’etichetta. Dopo aver ascoltato questo “Legio Linteata”, come fatto nel lontano 2003, esortiamo nuovamente gli amanti dell’underground nostrano a dare un ascolto a questa band. Nel registrare musica di buona qualità e con una buona produzione i Sakahiter hanno dimostrato di sapersela cavare molto bene, infatti il nuovo prodotto è più che professionale sotto tutti i punti di vista, essendo stato mixato e masterizzato presso i Dissonant Studio di Luca Minieri (Illogicist). La differenza tra i Sakahiter di oggi e quelli più giovani di inizio carriera è piuttosto marcata: oggi il sound è più pesante ed aggressivo, mentre agli esordi il black metal era più grezzo e preservava un minimo alone mistico interessante. Tecnica, pesantezza del sound e dinamicità ritmica sono i nuovi segni distintivi della band molisana, che ha puntato tutto su una miscela infuocata di death/black metal, con una preponderanza di elementi death metal. I riff si incrociano e si rincorrono velocemente sopra ad una base ritmica quasi sempre martellante, ma la formazione sa anche quando andare via dritta sorretta da un riff black metal che arriva d’improvviso gelido come il vento d’autunno. In tutti questi anni il gruppo, ed i singoli componenti, sono cresciuti e maturati, i ‘nuovi’ Sakahiter sono una realtà che va seguita e supportata; rimane però il ricordo nostalgico di quella band che ricordava per alcuni versi gli Absu con il suo ‘Samnite black metal’ e che aveva saputo rievocare in qualche modo arcano l’aura cupa di una penisola dominata dagli antichi popoli italici. Questo quarto d’ora di buona musica fa comunque ben sperare per il futuro.