6.0
- Band: SALTATIO MORTIS
- Durata: 00:46:35
- Disponibile dal: //2005
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
Giunti ormai al quinto album, i Saltatio Mortis continuano il loropercorso musicale, che li inserisce in quel filone del folk-metalispirato a formazioni come gli In Extremo e i Subway To Sally. Inquesto nuovo capitolo della sua carriera la band cerca di rinnovare ilsuo stile, abbandonando le forti incursioni elettroniche che avevanocaratterizzato i loro primi album e puntando tutto sulle chitarre e,soprattutto, sull’uso smodato delle cornamuse. Le caratteristiche delloro sound sono ormai ben note e rodate: l’aspro cantato in tedesco, lecontinue reminiscenze tratte dalla tradizione folkloristica e una certamarzialità, tipicamente germanica, nelle ritmiche. Purtroppo però, adifferenza degli illustri colleghi, la miscela dei Saltatio Mortis nonriesce a fare il botto, forse perché povera sia dell’irresistibile venapazzoide degli In Extremo, sia della classe e della grandeur che emergenegli ultimi Subway To Sally. A questo bisogna aggiungere anche unsuono un po’ scarno, che non rende giustizia a una formazione di bensette elementi (tutti polistrumentisti), che comprende addirittura duebatterie e cinque suonatori di cornamuse.
Il risultato finale, dunque, resta un po’ altalenante: la band riesce adare il meglio di sé soprattutto in brani come “Vergiss Mein Nicht” e“Keines Herren Knecht”, dove si spinge sull’acceleratore permettendoalle cornamuse di diventare vere protagoniste con degli intreccidinamici e carichi; oppure negli episodi più tipicamente folk, come latriste ballad “Tote Augen” e “Ecce Gratum”, un pezzo squisitamentemedievale che, pur facendo sorridere per la pronuncia latinaagghiacciante, risulta evocativo e ben riuscito. Le restanticomposizioni, invece, finiscono per risultare un po’ anonime, anche acausa di una certa ripetitività di fondo che fa assomigliare tra lorotutti i brani. Un album transitorio, dunque, per una band che, dopoaver mutato in maniera così netta il proprio sound, si trova ancoraspiazzata, non riuscendo a destreggiarsi al meglio delle propriecapacità. In attesa di una ulteriore crescita artistica, “Des KönigsHenker” potrebbe comunque fare felici tutti coloro che hanno consumatola discografia degli In Extremo.