SAMAEL – Solar Soul

Pubblicato il 31/07/2007 da
voto
8.0
  • Band: SAMAEL
  • Durata: 00:43:02
  • Disponibile dal: 01/06/2007
  • Etichetta:
  • Nuclear Blast
  • Distributore: Audioglobe

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Gli svizzeri Samael sono sempre stati un gruppo piuttosto atipico, non solo a causa della loro provenienza: il quartetto elvetico è una di quelle formazioni che nel corso della loro carriera si sono viste riconoscere una sorta di status da ‘creatura a parte difficilmente etichettabile’, alone di intoccabilità che è simile a quello che – con un più elevato concetto di cult-band – permea ad esempio i Neurosis; inoltre, aspetto quasi incredibile, sono forse l’unico gruppo che, a guisa di novelli Dante Alighieri, dopo aver perlustrato l’Inferno in lungo ed in largo, hanno deciso di uscire a riveder le stelle, aiutati in questo dall’interesse per le filosofie zen e orientali. Se “Passage” fu l’album della svolta, “Eternal” quello di transizione e “Reign Of Light” lo zenith del viaggio verso l’energia positiva, lo yin e lo yang, l’attuale “Solar Soul”, a discapito del titolo ancora più luminoso, riesce ad essere una convincente summa della fase elettronica della discografia dei Samael. Mai, infatti, come nel qui presente lavoro, Vorphalack, Xytras, Masmiseim e Macro hanno riesumato gli elementi sinistri e diabolici del passato, ovviamente apocalittici e marziali, per abbinarli alle folgori di luce che da anni ormai saettano dai solchi dei loro compact-disc. Il lavoro di Xy al programming, alla drum-machine, ai synth e alle tastiere è ancora una volta monumentale, forse complesso da percepire subitamente ma pian piano devastante e soprattutto violento: “Slavocracy”, “On The Rise” e “Ave!”, a tratti, sono chiaramente figlie (o nipoti, visto il tempo trascorso) delle sonorità di “Passage”, basti ascoltare il chorus della seconda, davvero rimandante a brani quali “Born Under Saturn” o “My Saviour”. Non si tratta però di un ritorno al passato totale, lungi da noi affermarlo: l’opener “Solar Soul”, “Alliance” e in parte “Western Ground” portano avanti il discorso melodico intrapreso con “Eternal” e “Reign Of Light”, in un costante richiamo a sonorità dark-industrial orecchiabili. Vorph migliora disco dopo disco e – forse ispirato dal cantato di David Draiman dei Disturbed – condisce sempre più le linee vocali con suoni sincopati e gutturali che marzializzano maggiormente le composizioni. “Valkyries’ New Ride” ne è perfetto esempio, probabilmente la canzone migliore del lotto, sebbene l’arabeggiante “Quasar Waves” e la ballabile “Suspended Time” le siano a ridosso. Mai troppo considerati dall’universo metallico tutto, i Samael ogni volta che si ripresentano al via – cosa che non accade molto spesso – risultano sempre interessanti e personali, lontani da paragoni impropri e sordi alle sirene del mercato pop-dark-rock. Che altro dire, se non confermare la grandezza di un gruppo maturo, originale e capace? Applausi.

TRACKLIST

  1. Solar Soul
  2. Promised Land
  3. Slavocracy
  4. Western Ground
  5. On The Rise
  6. Alliance
  7. Suspended Time
  8. Valkyries’ New Ride
  9. Ave!
  10. Quasar Waves
  11. Olympus
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