7.0
- Band: SAMIARUS
- Durata: 00:20:28
- Disponibile dal: 25/04/2025
- Etichetta:
- Sentient Ruin
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Quasi come un fulmine a ciel sereno, veniamo investiti dalla carica massacrante dei Samiarus, nuova compagine americana che, dopo un singolo ed una demo, arriva alla pubblicazione del primo EP grazie allo sforzo di Sentient Ruin Laboratories, label perfetta per accogliere un progetto incentrato sulle sonorità a cui si dedica questa band.
I Nostri infatti si cimentano in un death metal pesantemente annerito, che fa delle grammatiche war metal il suo metodo di espressione preferito, pur con qualche distinguo. Della vecchia scuola del genere – quella capitanata da Blasphemy ed Archgoat, per intendersi – rimane poco in realtà, mentre molto più attinente risulta il paragone con realtà contemporanee come Diocletian ed Heresiarch, senza mai dimenticare l’effigie immancabile dei Revenge che sottende interamente a questo nuovo progetto musicale.
Meno esoterico e maledetto, il terrore evocato dai Samiarus è infatti del tutto concreto e reale, secondo un incedere pesante che schiaccia senza pietà qualunque cosa trovi lungo il percorso. Il midtempo opprimente di “New Iron Age” inaugura con violenza il percorso intrapreso, segnalando da subito la propensione dei Nostri verso i tempi lenti e non troppo sostenuti, ideali per trasmettere la potenza delle chitarre e lasciar fluire le linee vocali piene di odio di M.A., filtrate da effetti e vomitate sul microfono senza alcun segno di grazia o benevolenza. Anche “Torment’s Spear” attacca feroce puntando sulla pesantezza, prima che i ruoli si invertano drasticamente con “Eradicating Wind” e “Throne Devoured”: in questo caso, la base dei brani diventa un blast-beat non troppo veloce intervallato talvolta da qualche riff più ritmato, mostrando un risvolto più caotico che trova il suo apice in “Crushed By Inferior” e le sue sferzate malvagie di chiara scuola Death Worship.
Prima che si riesca a calarsi del tutto nell’inferno sintetico dei Samiarus, il player giunge al termine del percorso, lasciando un po’ di amaro in bocca e qualche dubbio su come avrebbe potuto svilupparsi il songwriting di questi californiani su durate un po’ più lunghe. Per il momento, accettiamo questo EP come una dichiarazione di intenti ed un primo attestato di esistenza per loro, giustamente molto vicino stilisticamente alle proprie influenze e poco interessato ad esplorare e sperimentare, quanto piuttosto intento a distruggere e colpire il più forte possibile.
Ad oggi, ci consideriamo piacevolmente convinti da questa prova, ben consci però che in futuro servirà qualcosa in più, sia qualitativamente che quantitativamente, per affermarsi con personalità nel popolato regno del black-death metal.