SANCTUARY – Inception

Pubblicato il 21/02/2017 da
voto
7.0
  • Band: SANCTUARY
  • Durata: 00:42:27
  • Disponibile dal: 24/02/2017
  • Etichetta:
  • Century Media Records
  • Distributore: Sony

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A quanto pare la reunion dei Sanctuary non è stata un fuoco di paglia. Warrel Dane e Larry Rutledge hanno intenzione di dare un futuro alla loro creatura e in quest’ottica possiamo vedere anche questa ‘riesumazione’ di un demo dell’’86, finora ufficialmente inedito, contenente le versioni grezze di buona parte delle canzoni poi finite su “Refuge Denied”, oltre a due inediti assoluti. Materiale che la band pensava di avere smarrito e che è stato scovato proprio durante le registrazioni di “The Year The Sun Died”, l’altalenante comeback del 2014. Un ritrovamento, parrebbe, casuale, dal quale è scaturita la volontà da parte del gruppo di ripulire il master originale, sgrezzarlo delle problematiche di suono più evidenti e di renderlo disponibile al pubblico in una versione che comunque rispecchiasse l’essenza dei Sanctuary all’epoca. “Inception”, questo il titolo scelto per la versione restaurata del demo, si giova anche di un artwork a firma Ed Repka che richiama deliberatamente la grafica di “Refuge Denied”. Francamente, se qualcuno considerasse il disco una semplice astuzia per riempire il vuoto in attesa del nuovo full-length già in lavorazione, non potremmo tacciarlo di malfidenza. Fatto sta, comunque, che il risultato dell’operazione supera le attese, modeste, che si avrebbero normalmente per la riedizione di materiale registrato all’epoca con mezzi precari. La qualità sonora è veramente ottima, si sente un pizzico della crudezza originaria, un retrogusto di inesperienza giovanile, ma ciò non va ad alcun discapito di una gradevole esperienza uditiva. I pezzi già editi, posti in un ordine di tracklist differente da quello di “Refuge Denied” (del quale mancano all’appello “Termination Force” e “Sanctuary”), hanno il merito di non apparire come delle semplici copie-carbone di qualità più scadente delle versioni già edite e ben note. Il tratto più interessante di una “Battle Angels” o di una “Soldiers Of Steel” è quello di contenere linee vocali dalle tonalità più contenute nella ricerca del falsetto, non ci sono variazioni sostanziali nel modo in cui Warrel cantava nell’’86 rispetto alle scelte canore contenute nel debut, ma si percepisce che era ancora in fase di definizione lo stile molto estremo adottato sul primo album. Anche le parti strumentali, pur non prevedendo sezioni diametralmente opposte o aggiunte rispetto a quanto già conosciuto, hanno caratteristiche in parte difformi. Non sapremmo indicare esattamente cosa muti da una versione all’altra del medesimo brano, però il feeling è lievemente più rude, generalmente il materiale di “Inception” ha un’inflessione thrash che in “Refuge Denied” cede il passo a una scorrevolezza sinuosa e a un suono più maturo. Gli inediti, ossia l’opener “Dream Of The Incubus” e “I Am Insane”, sono inoltre all’altezza delle tracce conosciute. La prima è un midtempo teatrale dallo sviluppo molto nervoso, posseduto, strattonato da un Dane all’apice della sua forma, autore di una prestazione bizzosa, nella quale utilizza al massimo regime i suoi famigerati vocalizzi priestiani. La seconda sfrutta il misterioso alone dark in dote alla formazione, che poteva accostarli in quegli anni anche ai primi Queensryche. Il riff portante quasi richiama gli Iron Maiden dei primi due album, sentiamo anche un basso molto presente, che sostiene l’enfasi smodata di Dane, autore di vocalizzi psicotici e martellanti, in linea con quell’istinto alla sregolatezza che ne accompagnava il funambolico cantato giovanile. A completamento dell’operazione-nostalgia, apprezziamo un libretto molto curato, che racconta per filo e per segno come trascorsero gli anni giovanili dei Sanctuary e quale fosse il clima che si respirava a Seattle negli anni ’80. Ecco, nel caso vi approcciaste con un filo di comprensibile diffidenza a “Inception”, sappiate che i Sanctuary hanno lavorato bene sul restyling sonoro e su quello che c’è attorno, sfornando un utile compendio ai tre album prodotti finora.

TRACKLIST

  1. Dream of the Incubus
  2. Die for My Sins
  3. Soldiers of Steel
  4. Death Rider / Third War
  5. White Rabbit
  6. Ascension to Destiny
  7. Battle Angels
  8. I Am Insane
  9. Veil of Disguise
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