7.0
- Band: SANGUISUGABOGG
- Durata: 00:45:16
- Disponibile dal: 03/02/2023
- Etichetta:
- Century Media Records
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Chi scrive, non era certo partito ben disposto verso il ritorno sulle scene dei Sanguisugabogg, ancora memore del mix di approssimazione, carenze tecniche e hype ingiustificato dell’esordio “Tortured Whole”. Un album che, tolta la patina di cura formale assicurata dai mezzi del colosso Century Media, ci aveva appunto presentato una band acerba, farraginosa e incapace di confrontarsi con le abilità di diversi coetanei a stelle e strisce (Undeath, 200 Stab Wounds, ecc.), finanche puerile nel suo tentativo di dipingere un immaginario grottesco attraverso un suono death metal ispirato a quello di brutti ceffi come Mortician e Devourment.
Date le premesse, le possibilità che la formazione di Columbus, Ohio, potesse in qualche modo elevarsi sopra lo status di guilty pleasure per i fan dello slam più becero ci erano sembrate scarse, se non addirittura infinitesimali, e invece – vuoi per la massiccia esperienza acquisita on the road in questi due anni, vuoi per alcuni innesti in line-up – “Homicidal Ecstasy” sa davvero di punto di ripartenza per il giovane quartetto, oggi in possesso di una visione musicale decisamente più lucida e strutturata. Intendiamoci, i Nostri non hanno affatto tradito loro stessi e la loro poetica gore, anzi: in questi tre quarti d’ora è più che mai possibile assaporarne il groove depravato, l’ostinazione gutturale, la pesantezza asfissiante, ma al tempo stesso, rispetto al 2021, questi elementi vengono messi al servizio di una scrittura molto più ispirata e pimpante, all’interno della quale i (pochi) riff fanno bene il loro dovere, la batteria non aspira a seguire lo stesso ritmo dall’inizio alla fine del disco e – udite udite! – anche l’atmosfera riesce a ritagliarsi un suo piccolo spazio.
A tratti, si percepisce la volontà di andare oltre il death metal propriamente detto e di sconfinare in quel beatdown hardcore a cui i Nostri, evidentemente, devono più di qualcosa in termini di background, e questa fusione ignorantissima – peraltro non troppo lontana da quella di una realtà come i Kruelty – è la chiave di volta per apprezzare le nefandezze e l’incedere schiacciasassi della tracklist. Un’inversione di tendenza (perlomeno dal punto di vista qualitativo) ravvisabile fin dall’opener “Black Market Vasectomy”, apripista di una raccolta destinata ovviamente a palati forti, ma che a tratti – fra un breakdown da demolizione totale e una ripartenza ferocissima – sa anche aprirsi a rintocchi melodici tanto sottili quanto efficaci (“Narcissistic Incisions”, “Feening for Bloodshed”), per un risultato complessivo ipoteticamente simile alla soundtrack di un B-movie sanguinario e metropolitano come “Maniac Cop”.
Detto poi di una produzione laida ma perfetta per il genere, a cura di Alan Douches (All Out War, Cannibal Corpse) e Kurt Ballou (Gatecreeper, Nails), e di un artwork di sicuro impatto, non ci resta che premiare la rinnovata intraprendenza dei Sanguisugabogg, autori di un’opera che soggiornerà più a lungo del previsto tra i nostri ascolti della palestra.