5.0
- Band: SARAH JEZEBEL DEVA
- Durata: 00:43:12
- Disponibile dal: 20/06/2011
- Etichetta:
- Listenable Records
- Distributore: Audioglobe
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Cresciuta come corista lirica in band quali The Kovenant, Mortiis, Therion e soprattutto Cradle Of Filth, Sara Jezebel Deva in passato ha posto la firma su dischi del calibro di “Nexus Polaris”, “Vovin” o “Dusk And Her Embrace”, prima di avventurarsi, come cantante principale, nel progetto Angtoria, senza riscuotere troppo successo con l’unico disco pubblicato a titolo “God Has A Plan For Us All”. La carriera da protagonista dietro al microfono di SJD prosegue con il trascurato e trascurabile “A Sign Of Sublime” dello scorso anno, per arrivare all’odierno “The Corruption Of Time”, entrambi usciti sotto l’omonimo monicker della singer anglosassone. L’ultimo arrivato non aggiunge granchè allo stile sin qui interpretato da Sarah Jezebel Deva, muovendosi all’interno di sonorità gothic metal e black metal barocche in linea con lo stile Cradle Of Filth, accentuando la componente melodica con l’utilizzo in primo piano delle tastiere e la presenza delle vocals esclusivamente pulite della protagonista. Il songwriting, oltre ad essere molto derivativo, non sembra neppure ispirato, perdendosi in linee vocali poco efficaci o giocando in maniera inopportuna sul contrasto tra melodie melanconiche e ritmiche alla velocità della luce rese ulteriormente fastidiose dal sound quasi sintetico della batteria. La tecnica vocale della corpulenta cantante britannica è fuori discussione e, quando supportata da buone strutture come in “A Matter Of Convenience” e la titletrack in chiusura, l’effetto è assolutamente gradevole; tuttavia “The Corruption Of Mercy” in troppe occasioni mostra limiti proprio dal punto di vista compositivo e una carenza di idee testimoniata una volta di più dalla scontata versione metallizzata della celebre cover dei Cramberries, “Zombie”.