7.0
- Band: SARCASM
- Durata: 00:42:29
- Disponibile dal: 12/04/2024
- Etichetta:
- Hammerheart Records
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Solamente un anno di inattività, ed ecco che i Sarcasm tornano all’attacco con una nuova uscita discografica, rappresentata oggi dal nuovo “Mourninghoul”. Seguendo fedelmente il filone dei loro ultimi dischi, abbiamo assistito nel recente passato ad un miglioramento netto nel melodic black/death del combo svedese, che dopo il passo falso di “Esotetic Tales Of The Unserene” era riuscito a rialzare la posta con il successivo “Stellar Stream Obscured”, più incisivo ed intenso. Fortunatamente, possiamo constatare come il periodo di grazia continui per il gruppo anche nel nuovo album, che sembra possedere ad un primo ascolto alcune delle canzoni più aggressive e feroci mai realizzate dai Sarcasm.
L’ingresso in formazione del nuovo batterista Jesper Ojala deve aver elettrizzato non poco gli altri musicisti, che guidati dal suo blast-beat tempestoso irrompono sulle scene con “As Northern Gates Open”, un brano prettamente ritmico e molto veloce, ideale per le fulminee spruzzate melodiche che innervano qua e là i momenti di riposo della voce: compatto e massiccio, il primo brano non concede particolari momenti di tregua, pronto a lanciarsi con foga in “Lifelike Sleep”, secondo episodio del lotto ed ennesimo centro dei Sarcasm, impegnati a mostrare il loro lato più duro e frenetico anche in questo caso.
Arriva il momento di rallentare i tempi con la successiva “Withered Memories Of Souls We Mourn”, un midtempo statuario che grazie ad un riffing sostenuto ed atmosfere tese, mantiene intatto il clima incantato e polare evocato dalla musica di “Mourninghoul”. È probabilmente “Dying Embers of Solitude” però il fiore all’occhiello di questo lavoro, un piccolo gioiello di melodia, cattiveria e velocità che scomoda da vicino i migliori Dissection, grazie ad una fusione mai così riuscita di tutti gli elementi cardine per il sound degli svedesi.
In effetti, non si riesce certo a mantenere l’intensità di un “Somberlain” per tutta la durata della tracklist, ed ecco che infatti “A Lucid Dream in the Paradigm Stream” e “Awareness In The Dark” riportano pericolosamente a galla alcuni passaggi poco ispirati del passato, soprattutto là dove si decide di insistere su momenti puramente melodici che finiscono per annoiare. Meglio la lunga “No Solace From Above”, che mostra almeno la capacità di costruzioni più complesse per i Nostri, prima di tornare a picchiare duro nella conclusiva “Absence Of Reality”.
Appartenenti di diritto alla tradizione più longeva del melodic black/death svedese, si capisce forse perché i Sarcasm non siano entrati nella leggenda: troppa autoindulgenza ed ispirazione altalenante infettano purtroppo anche la musica di “Mourninghoul”, nonostante si tratti a tutti gli effetti del miglior lavoro mai realizzato ad oggi dai cinque di Uppsala.