7.5
- Band: SARKE
- Durata: 00:40:06
- Disponibile dal: 02/05/2011
- Etichetta:
- Indie Recordings
- Distributore: Audioglobe
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Per chi non li conoscesse, i Sarke sono la creatura dell’omonimo leader (già con Khold, Tulus, Old Man’s Child e Sensa Anima) che vive però musicalmente nell’ombra, o se preferite nel cono di luce, del cantante del gruppo, Nocturno Culto di fama Darkthrone. “Oldarhian” è il secondo lavoro del duo, sempre edito dalla puntuale e valorosa Indie Recordings, e riprende sostanzialmente le veci del debutto, un album che noi giudicammo valido. “Oldarhian” si muove quindi sulle solite coordinate thrash metal a basso regime, con Nocturno Culto a ergersi a protagonista nelle parti cantate, ma con degli arrangiamenti molto vari e indovinati a impreziosire i singoli brani. Rispetto all’opera d’esordio, i Sarke hanno enfatizzato la parte atmosferica, aumentando le partiture di tastiere, assolutamente originali per quanto possibile, di contorno ai brani. È così che i mid-tempo del gruppo diventano brani granitici sui quali a Nocturno Culto è affidato il compito di graffiare con la sua voce, mentre agli arrangiamenti tocca bilanciare il tutto in sede di melodia. Si prenda ad esempio “Flay The Wolf”, canzone fra le più decise a livello ritmico ma cui le tastiere donano quel tocco di profondità melodica che impreziosisce il tutto. Ottimi comunque i Sarke quando rallentano ancora di più. È il caso di “Captured”, brano dalla venatura doom dove si apprezza ogni singola sillaba del cantante. Ma su tutti si eleva “Pessimist”, canzone decisa, organizzata su un giro di chitarra molto groovy e con il basso in primo piano (alla Khold vecchia maniera). Ma tutto l’album mantiene una qualità media molto alta, proponendo un’alternanza fra pezzi più carichi di vigoria e altri più lenti e lunghi, tutti impreziositi dagli arrangiamenti sapienti del duo e dalla timbrica vocale che per gli amanti delle sonorità nordiche risulterà al solito amabile. Nessun stravolgimento quindi rispetto al debutto in questo nuovo “Oldarhian”, che conferma la bontà della proposta Sarke, una band che si sta ritagliando un piccolo spazio fra i giganti nordici.