8.0
- Band: SATAN
- Durata: 00:49:42
- Disponibile dal: 07/09/2018
- Etichetta:
- Metal Blade Records
- Distributore: Audioglobe
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Settembre, tutti sui banchi di scuola; tutti pronti, volenti o nolenti, ad ascoltare le nuove lezioni che i vari maestri hanno preparato. E fortunati quelli che avranno come prima materia in calendario proprio la musica: ‘Oggi, parleremo di NWOBHM, ed in particolare di un gruppo che aveva tutti i mezzi per sfondare ma, vuoi un nome scomodo – almeno per quel periodo – vuoi una stabilità di line-up simile alla voce di Dave Mustaine, non è mai riuscito a farlo’. Il gruppo in questione è ovviamente quello dei Satan. Esploso nel 1980 a Newcastle, dopo aver rilasciato un debutto coi fiocchi targato “Court In The Act”, il quintetto inglese ha dovuto affrontare, come detto, una serie di cambiamenti che, oltre alla mera composizione della band, ha interessato principalmente il monicker: lo ‘spaventoso’ Satan è stato infatti sostituito per due ben volte; prima con il più energico Blind Fury, quindi con l’esotico Paraiah.
Fatto sta che nel 2011 il gruppo si è ritrovato, con lo stesso nome e la medesima line-up originaria dando nuovamente vita a quel sound malignamente positivo che lo aveva contraddistinto sin dalle prime note sciorinate ad inizio anno Ottanta. Prima “Life Sentence”, quindi “Atom By Atom”, ora “Cruel Magic”. Gli anni passano inevitabilmente ma la qualità rimane la medesima: dal funambolico e ipnotico duo alle sei corde, firmato Steve Ramsey e Russ Tippins, alla puntuale e terribilmente funzionante sezione ritmica guidata da Sean Taylor on the drums e Graeme English al basso, alla malinconica e al contempo profonda voce di Brian Ross. Un mix di elementi capaci ancora oggi di fare la differenza, regalandoci, in poco meno di cinquanta minuti, un viaggio emozionale in cui gli inseguimenti melodici si alternano a rapidi e grintosi riff che profumano sì di passato ma che dimostrano comunque, di avere la giusta carica, genuina e coinvolgente, in grado di soddisfare anche le esigenze più moderne. Ma veniamo a noi.
La formula di questa nuova magia crudele, affascinante e sopraffina, prende il via con “Into The Mouth Of Eternity”. Pezzo che descrive bene in musica quanto scritto poco sopra: le chitarre di Ramsey e Tippins giocano a fare il diavolo a quattro mentre il lamento melodioso di Ross si staglia perfettamente lungo le ritmiche imposte da Taylor, compattando il tutto in un’autentica corsa nell’eternità. Autentici maestri, i Satan rallentano ed appesantiscono i toni nell’enigmatica title-track prima di lanciarsi nuovamente a capofitto con “The Doomsday Clok”, vera e propria lezione n.3 di speed-metal; una litania aggrovigliante e seducente. Tutto ciò prima che “Legions Hellbound” riporti il full-length su strade rocciose e corali, tipiche di un heavy più classico e granitico. Ma è con “Ophidian” che la band inglese ci offre una nuova chicca, magica, introspettiva, a tratti teatrale in cui risuona tutta la qualità di un gruppo che, inutile negarlo, avrebbe meritato miglior sorte. Meglio tardi che mai comunque, ed allora godiamoci l’ennesima corsa maledetta tracciata da “My Prophetic Soul” (davvero notevole lo stacco strumentale posto a metà brano) seguita a ruota dalla cattiva e più diretta “Death Knell For A King”. La lezione prosegue senza sosta e, soprattutto, senza il minimo calo di attenzione e di qualità, testimoniata ancora una volta da “Who Among Us”, tipica song made in NWOBHM, in cui un’intro malinconica ed arpeggiata lascia poi il posto ad una serie di capovolgimenti ritmici di assoluto livello. Una dote rimarcata anche negli ultimi due brani con i quali i Satan si congedano dalla classe, ringraziando tutti gli studenti che hanno partecipato a questo ennesimo insegnamento stilistico da loro impartito. Prendete carta e penna allora… ed anche uno stereo! Satan, la faccia pulita del diavolo.