7.5
- Band: SATANIC WARMASTER
- Durata: 00:36:52
- Disponibile dal: 30/12/2022
- Etichetta:
- Werewolf Records
Spotify:
Apple Music:
Sono già trascorsi otto lunghi anni dall’ultimo, ottimo, full-length album dei Satanic Warmaster, quel “Fimbulwinter” che aveva ribadito per una volta in più l’importanza della band del mastermind Werwolf nel panorama underground black metal. Non che in questi anni il gruppo sia rimasto fermo: infatti ha pubblicato una quindicina di lavori minori tra singoli, EP e live, ma ci voleva una nuova uscita con un peso specifico maggiore, e per fortuna l’attesa è stata ripagata con il nuovo “Aamongandr”.
Lasciando stare tutti i riferimenti politici verso i quali il musicista finnico non ha mai nascosto le simpatie e parlando unicamente dal punto di vista musicale, possiamo affermare che i Nostri incarnano ancora oggi il vero spirito underground del black metal, così in voga e così ben portato avanti da molti altri gruppi finlandesi.
Si inizia subito con un capolavoro, uno dei manifesti di questo 2022 ovvero “Bafomet”, un concentrato dirompente di tutto quello che sono i Satanic Warmanster oggi (e non solo): violenti, melodici, trascinanti, diretti e puri al 100%. Dopo la sfuriata iniziale, il primo rallentamento presente su questo brano innesca un riff monumentale che vi farà sobbalzare dalla sedia. Non ci sono così tante band di lungo corso che mantengono dopo tutti questi anni un riffing black metal incontaminato da altre correnti e questo è un altro punto degno di nota a favore di questa bestiale creatura musicale finlandese. Il brano seguente “Duke’s Ride (Ride Of The Spectral Hooves)”, se possibile, è ancora più cruento dell’opener, veloce e graffiante grazie ad una produzione che è perfetta per la dimensione dei Satanic Warmaster. Nel main riff di questo brano stavolta si inseriscono in modo magistrale, ed un po’ a sorpresa, i synth che creano una magia mozzafiato; il loro utilizzo è quello classico, servono semplicemente da sfondo o da velo mistico (a seconda dei casi), senza alcun virtuosismo di sorta. Questa è la dimostrazione di come gli elementi sinfonici nel black metal puro se usati con intelligenza possono fare la differenza, basta ricordarsi di tanto in tanto di un certo “In The Nightside Eclipse” degli Emperor. L’headbanging selvaggio parte in automatico con la successiva “Berserk Death”, in cui i synth stavolta riescono a dare al brano persino un leggero tocco epico. Non si può omettere che talvolta i riff della band finnica appaiano leggermente scontati – si ha infatti spesso la sensazione di averli già sentiti da qualche parte da quando il black metal esiste – ma a conti fatti parlano i risultati e questi sono sotto gli occhi (e le orecchie) di tutti: questo è il black metal lineare e puro, capace in tal modo di preservare uno dei suoi aspetti migliori nonostante il passare impietoso del tempo. Il resto dell’album non riserva sorprese di sorta, ma si assesta su livelli più che buoni senza farci sobbalzare ulteriormente: semplicemente porta a compimento un album notevole. Se volete andare sul sicuro e chiudere in bellezza quest’anno, ecco l’ultimo sigillo (in ordine cronologico) del black metal finlandese sempre più vivo ed in forma.