6.0
- Band: SATHANAS
- Durata: 00:32:37
- Disponibile dal: 27/09/2024
- Etichetta:
- Moribund Records
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Ci sono band aperte ai cambiamenti e alle sperimentazioni… e poi ci sono i Sathanas, adoratori assoluti della fiamma nera di un blackened-thrash old school, grezzo, malconcio e, doveroso ammetterlo, per nulla avvezzo alla minima variazione sul tema.
La tenacia primordiale di Paul Tacker serpeggia nell’underground americano da oltre trent’anni e la voglia di andare oltre certi stilemi, ormai più che assodati, è praticamente rasente lo zero. Giunti al dodicesimo album, la formula rimane invariata: squadra che vince non si cambia, verrebbe da dire, e in effetti alla band della Pennsylvania- passata nel frattempo a quattro elementi con l’ingresso di una seconda chitarra (Adam Stacho) – interessa poco o nulla raggiungere certi traguardi, sia a livello di notorietà sia dal punto di vista di elucubrazioni stilistiche.
Ancorati al midollo alle produzioni più cupe e sulfuree, in un misto tra Celtic Frost e Bathory, passando per realtà più simili per dimensioni e approccio come Gravewürm ed Usurper, i Sathanas ci schiaffano in pieno volto il pentacolo blu del qui presente “Into The Nocturne”, sbrodolando senza tregua dieci brani che, sulla carta dovrebbero coprire un minutaggio lungo poco più di mezz’ora, ma che, ad onor del vero, si evolvono in un’unica colata di black-thrash, portandoci a bordo di un ottovolante infernale, tra up/midtempo con riff acidi e sporchi, di facile presa, senza snaturare un songwriting ultra consolidato.
Individuare anche solo tre brani meritevoli di un gradino per un ipotetico podio diventa quindi impresa abbastanza ardua; tuttavia, volendo carpire il maggior tasso di benevola ignoranza sprigionato da “Into The Nocturne”, diremmo che l’opener “Beyond The Witch” rappresenta in toto lo stato di forma attuale dei Sathanas. E con essa, anche “Arise From Fire” ‘brilla’ per quel suo richiamo cathcy e celebrativo, mentre “There Will Be Demons” si fa largo tra il magma aspro e corrosivo grazie all’incedere trascinante, a tratti ipnotico.
Chiedere di più alla truppa di Paul Tacker sarebbe troppo: accontentiamoci di questa ennesima prova di devozione satanica da parte di un gruppo dove la tradizione regna sovrana.