7.0
- Band: SATURNUS
- Durata: 01:10:02
- Disponibile dal: 30/11/2012
- Etichetta:
- Cyclone Empire
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Una lunga assenza dalle scene sembra non aver scalfito lo smalto dei Saturnus, che, a ben sei anni di distanza da “Veronika Decides To Die”, ritornano con un album piuttosto ispirato e, generalmente, più completo e meglio bilanciato del predecessore. “Saturn In Ascension” è la prima fatica dei Nostri per la Cyclone Empire, etichetta prevalentemente death metal che ogni tanto non disdegna puntate in mondi sonori più controllati e malinconici (vedi i nostrani The Foreshadowing). Il gruppo danese, in ogni caso, conta da sempre su influenze death, quindi la sistemazione per questo nuovo capitolo della discografia appare senz’altro appropriata. Tra l’altro, rispetto a “Veronika…”, pare che la musica della band sia tornata a pendere maggiormente sul versante doom & gloom, mettendo un pochino in disparte quelle velleità orecchiabili che ogni tanto facevano capolino sul lavoro precedente; questo, ovviamente, ad eccezione della ritmata e “frivola” “Fathers Providence”, la cui punteggiatura di tastiere sembra quasi voler strizzare l’occhio ai tedeschi Crematory. Questa traccia tutto sommato fuori contesto e una performance vocale di Thomas Akim Grønbæk Jensen in certi frangenti un po’ piatta sono in sostanza le uniche vere pecche di un lavoro che, per il resto, finisce per farsi ascoltare e piacere. Una volta messo in conto che il singer non pare proprio essere in grado di andare oltre un profondo growling e del parlato alla lunga stucchevole, non ci resta altro da fare che apprezzare la musica dei Nostri, malinconica ed epica allo stesso tempo e, come al solito, avvolta in riferimenti che chiamano in causa gli Anathema degli esordi così come i My Dying Bride più classici. I Saturnus, alla fine dei conti, sono una realtà storica della scena doom-death metal europea: come tanti – si pensi alla scena olandese dei vari Celestial Season, Orphanage, ecc. – hanno seguito attentamente negli anni le carriere dei padri del genere, fino ad arrivare a carpirne buona parte dei segreti e a metabolizzarne la formula compositiva. Certo, la classe di Aaron Stainthorpe e soci resta su un altro pianeta, ma in carriera il gruppo di Copenhagen ha sempre dimostrato una buona padronanza e una invidiabile fedeltà alla causa; “Saturn In Ascension”, aprendosi con la notevole “Litany Of Rain” e offrendo un altro paio di perle come “Mourning Sun” e “Forest Of Insomnia”, si configura come l’ennesimo solido capitolo di una discografia che, nel complesso, merita di essere ascoltata. Non si sta insomma parlando di una tipica band per completisti: i Saturnus in carriera non hanno mai realizzato un disco scadente, hanno valutato bene ogni loro mossa e, pur con qualche ingenuità, si sono sempre posti come valida alternativa ai cosiddetti “grandi”. Il loro ritorno, ne siamo certi, farà felici molti gothic-doomster vecchia scuola.