7.5
- Band: SATYRICON
- Durata: 00:44:54
- Disponibile dal: 14/04/2006
- Etichetta:
- Roadrunner Records
- Distributore: Universal
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Bisognerebbe scrivere un romanzo sui Satyricon, così come su tutti i gruppi leader del black metal che nel corso degli anni hanno decisamente virato verso altre soluzioni. Diciamolo subito, i tempi di gloriosi sono tramontati con “Nemesis Divina”, per sempre. C’è stato un coraggioso tentativo fatto dai Satyricon di aprire la strada del futuro al black metal con il complesso “Rebel Extravaganza”, album che ha indicato la via della produzione ideale al rinnovamento del genere, ma alla fine si è trattato di un appello caduto nel buio, ignorato successivamente proprio dagli ideatori Satyricon. Da quel momento, per molti fan di vecchia data, il gruppo è stato abbandonato al suo destino. Destino che, forse solo grazie alla diffusione su larga scala del prodotto Satyricon, ha dato il successo alla band avvicinandola a persone di tutt’altro genere con il comunque discutibilissimo “Volcano”, album davvero privo di genialità. Con l’uscita di “Now, Diabolical” in pochi si aspettavano, a ragione, una virata verso il glorioso passato da parte di Satyr e Frost ed infatti non è stato così perché i Satyricon ormai sono pr diverse ragioni un’altra band. L’importante accordo siglato per la Roadrunner lancia la band norvegese in una dimensione ed esposizione maggiori e per l’occasione “Now, Diabolical” è un album fatto per grandi masse, dal messaggio subitaneo, diretto e chiaro. Lasciando perdere inutili e impossibili paragoni con il passato, i Satyricon di oggi si sono calati perfettamente nella parte ed il nuovo album è anni luce più in avanti del noioso e piatto “Volcano”. Peccato che la band, chissà per quale motivo, si sia dimenticata come si faccia a registrare con buoni suoni un CD extreme metal: “Now, Diabolical” infatti ha una produzione assolutamente deficitaria nonostante il budget a disposizione; tutto è poco incisivo, poco freddo, poco potente rispetto a come avrebbe potuto suonare. L’opener e titletrack non lascia ben presagire perché è un brano che suona “100% Roadrunner” con tutti i suoi pregi e difetti se proposto da un gruppo come i Satyricon. Ad ogni modo il refrain ossessivo, manco si trattasse dei White Zombie di un tempo, rimane impresso immediatamente. Poi i Satyricon azzeccano il mood giusto costruito abbastanza semplicemente su un riffing minimale e propongono una serie di brani a tratti ipnotici, a tratti ‘disturbanti’ con un’atmosfera interessante. C’è un’eco di “Rebel Extravaganza”, anche se tutto è meno violento e veloce; si percepisce qualcosa di strisciante e diabolica che si insinua nei bassifondi delle metropoli e miete lentamente delle vittime senza che nessuno se ne accorga. Un ‘underground’ violento in cui qualcosa dello spirito black metal sembra riemergere, questo è forse il lato più oscuro e difficile da catturare di “Now, Diabolical”, ma è quello che dona grandezza alla release. Lo stile evoca qui i tempi in cui la Moonfog Prod. non molti anni fa sembrava aver imposto al black metal un certo trend stilistico a metà strada tra l’old style e le innovazioni recenti, soprattutto in fatto di suoni. “Now, Diabolical” vince dove “Volcano” aveva fallito, quindi la maturazione c’è stata anche se questa strada si allontana sempre più da quell’icona dai Satyricon black metal sul quale la stessa band ha costruito il successo di oggi. Da sottolineare la particolare “Delirium” e la conclusiva “To The Mountains”, il cui titolo malinconicamente rimanda ai tempi di “Mother North”. Bisogna ammetterlo, i nuovi Satyricon hanno sfoderato stavolta un album più che degno.