5.0
- Band: SATYRICON
- Durata: 00:51:12
- Disponibile dal: 09/09/2013
- Etichetta:
- Roadrunner Records
- Distributore: Universal
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Che l’uscita discografica dei Satyricon sia ancora nel 2013 una delle più attese in campo black metal è fuori di dubbio, anche se le aspettative e le speranze dei fan di vecchia e nuova data sono molto diverse. Al di là dei commenti, sarà il mercato a decretare il successo di questo album, ma è anche vero che non tutti i successi sono meritevoli. L’album presenta una copertina molto intrigante e, sognando ad occhi aperti, si potrebbe sperare in un ritorno del gruppo al vecchio stile. Queste attese vengono però presto frantumate già dalla singolare scelta adottata per l’inizio dell’album: una minitrack strumentale, “Voices Of Shadows”, minimale e senza nessun elemento interessante. Anzi, il riff è basato su una manciata di note messe assieme davvero male, sembra quasi una canzoncina di natale dall’aria triste. Un inizio peggiore era difficile immaginarlo e comunque anche commercialmente la scelta fatta per aprire un album così importante è del tutto errata. A livello di atmosfere e di suoni, l’album riprende alcuni spunti da “The Age Of Nero”, ma da allora sono già trascorsi cinque anni anche se non sembra, e i Satyricon nel frattempo hanno modificato un po’ il proprio sound. Nella release sono presenti alcuni brani cantati in norvegese, ma non basta questo elemento a far tornare i Satyricon alle origini. A sedare la pazienza dei vecchi fan, già messa a dura prova negli ultimi anni, non basta più da sola la voce incazzata di Satyr o qualche maestoso refrain d’atmosfera come su “Our World, It Rumbles Tonight”. L’impero sonoro dei Satyricon inizia a crollare proprio come era successo con l’insipida seconda parte del predecessore, “The Age Of Nero”. Molti riff sono inconcludenti, sembrano fatti da qualcuno che ha appena iniziato a suonare perché la sequenza delle note non trasmette nulla, semplicemente è ‘ascoltabile’. Da un genio come Satyr è doveroso aspettarsi molto di più, anche se lo stile di comporre è cambiato rispetto a “Nemesis Divina”, tanto per capirci. Altra nota dolente è che “Satyricon” non ha praticamente parti veloci, eccetto due brani tra cui l’abulica e thrasheggiante “Walker Upon The Wind”, mentre le song lente non regalano emozioni come su “Now, Diabolical”. A proposito di “Now, Diabolical”, dopo aver ascoltato più volte il nuovo album dei Satyricon inizierete a rivalutare e di molto questo album uscito nel 2006 e che può essere preso come metro di paragone per “Satyricon” stesso. Se tutto va bene, Satyr e Frost riescono a convincere con un riff ispirato ed un passaggio interessante a canzone; decisamente troppo poco. E così i minuti passano inesorabili e non si incontra un brano che faccia davvero emozionare. Difficile comprendere anche l’atmosfera di base che il gruppo ha voluto dare alla release. Invece, sulla presenza del brano “Phoenix” non vi anticipiamo niente, sarà per tutti una sorpresa questa traccia, per molti decisamente negativa. Spiace dirlo, ma stavolta i Satyricon hanno fatto un passo falso, forse dovuto semplicemente alla mancanza della giusta ispirazione. “Nekrohaven” ha un po’ di groove, ma è curioso notare come ci sia persino un giro heavy metal, anche se lo stile generale ricorda quello presente sull’album precedente. Almeno questo brano, rispetto agli altri, ha dell’energia! “Ageless Northern Spirit” è il pezzo più cattivo e picchiato, ma manca del tutto l’atmosfera ed il titolo da solo non riesce a trasferirgliela. Un brano bello e cervellotico, almeno uno, su quest’album c’è: è “The Infinity Of Time And Space”, dove i Satyricon sperimentano persino un passaggio lento ed arpeggiato. Scelta che può piacere o meno, ma almeno qui i Satyricon provano a fare qualcosa di diverso, di personale… proprio quello che invece manca a tutto il resto del CD. La bella e fiabesca “Natt” è il giusto requiem che i Satyricon hanno scelto al proprio funerale. Almeno hanno scelto di calare la notte sulla propria carriera con stile. Uno stile che del resto non gli è mai mancato.