9.0
- Band: SATYRICON
- Durata: 00:54:30
- Disponibile dal: //2002
- Etichetta:
- Moonfog
- Distributore: Audioglobe
L’icona del serpente, dello stravagante ribelle, del satiro degli eterni boschi, ha mutato pelle un’altra volta ancora. Ribollendo in un Vulcano di lava, sangue e benzina, il serpente è vivo, più che mai; ed il serpente ha fame, e non ne vuole sapere di placare il suo appetito. Chi di voi vuole essere il primo ad essere divorato? Non ritraetevi di fronte alla sua fulgida bellezza: qui è la conoscenza, l’acquisizione del supremo rigetto e dell’inganno di duemila anni di calvario con una croce stampata sul petto. Non abbiate paura di farvi cospargere dal suo veleno: non sarete i soli a bruciare nel suo Buon Giuoco; con voi diavoli e streghe di ogni sorta, santi e prostitute, poeti ed artisti, profeti e visionari. In questo Vulcano c’è la resa dei conti: questa è l’Armageddon. Lasciato alle spalle il Monte Megiddo per una dichiarazione di rivolta e ribellione interiore, il serpente ritorna sul luogo del delitto per riappropriarsi del culto, per sedere su quel trono ombra che mai come ora risplende della luce della tenebra, mostrandosi in tutto il suo albino luminare. Il serpente è qui perché tutti sappiate che il Vulcano sta per eruttare il seme della follia.
“Volcano” non è soltanto musica: “Volcano” non è il nuovo album dei Cannibal Corpse o dei Dimmu Borgir.
“Volcano” non è il nuovo album di una band culto dell’underground e vendutasi al mainstream con un contratto major: “Volcano” non è un nuovo disco di musica metal per le masse.
“Volcano” non si presenta come un disco che vuole innovare o stravolgere, ma “Volcano” non è neanche una semplice rilettura del passato…
“Volcano” è il black metal totale.
“Volcano” è il presente con gli occhi del passato.
“Volcano” è spazzino di feccia: epurazione, ‘filthgrinder’.
“Volcano” – se non si fosse ancora capito – è il nuovo album dei SatyrIcon.
L’ultimo prima dell’Apocalisse.
E se, con “Rebel Extravaganza”, qualcuno aveva parlato di eccidio del black metal, con “Volcano” il quadro apparirà quanto mai chiaro: si tratta dell’alba di una nuova era, preannunciata anni fa con quel “Nemesis Divina” scettro e corona di una nuova generazione di figli del Verbo Nero, in cui unico leader in grado di raccogliere l’eredità artistica dei padri non poteva che riconoscersi nella figura di Satyr, artista a 360° capace di plasmare le sorti del genere – oltre ovviamente che con i Satyricon stessi ed i progetti folk-oriented del primo periodo – con un’etichetta discografica capace di fare tendenza come la Moonfog Productions, ed un autorevole side-project come i Thorns. Tutti si staranno chiedendo perché “Volcano” e non un altro “The Shadowthrone”, perché optare per un consolidamento e sintesi della complessa matassa artistica sviluppata in “Rebel Extravaganza” invece che per un ulteriore passo avanti nella destabilizzazione del black metal come lo conoscevamo ‘prima’. La risposta è molto più semplice di quello che sembra: “Volcano” E’ il black metal. Non c’è la volontà di proporsi come ‘alternativa’, bensì come unica realtà di black metal. “Volcano” vuole essere lo spartiacque dei tempi: passato e futuro tutto in uno, futuro e passato divisi dallo spettro del presente, con gli occhi rossi di lava, seme e benzina. “Volcano” è un ponte tra le radici del black metal e la ‘nuova’ concezione di esso affermatasi negli ultimi anni: l’irruenza e l’immediatezza di “Fuel For Hatred” (tributo e memoria degli antichi ‘trionfatori’ Venom, Hellhammer/Celtic Frost, Bathory, già fotografato in passato da un episodio simbolico come “Night Of The Triumphator”), le trame deviate e dissonanti di “With Ravenous Hunger”, “Angstridden”, “Black Lava”, “Possessed” (rilettura ed evoluzione del sound di “Tied In Bronze Chains”, “Havoc Vulture”, “The Scorn Torrent” in una soluzione sintetica ed asciugata delle scorie superflue) o anche l’insolita componente melodica di un probabile anthem come “Repined Bastard Nation”, costituiscono l’intricata matassa di un disco unico nel suo genere, che si propone di fare scuola e di dividere nuova e vecchia generazione di black metal, puntando il dito sui tanti moderni epigoni di un sentimento ed un’attitudine appartenente a nomi e volti di ieri. Per chi conosce e ha saputo interpretare negli anni l’evoluzione dei Satyricon, “Volcano” sarà un tassello obbligato – e forse prevedibile, per certi versi – per comprendere l’evoluzione di una coppia di musicisti che è riuscita a rendere il fenomeno black metal raffinatissimo mezzo di propaganda culturale: nemesi, arma da fuoco e spina conficcata nel costato di Jehova. Ed ora che il serpente è scappato, sappiate tutti che sarà davvero impossibile riprenderlo.