SAVATAGE – Handful Of Rain

Pubblicato il 15/08/1994 da
voto
7.5
  • Band: SAVATAGE
  • Durata: 00:49:26
  • Disponibile dal: 15/08/1994
  • Etichetta:
  • Atlantic Records
  • Distributore: Warner Bros

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Non è facile lavorare in certe condizioni. Quasi impossibile. Ma alle volte qualcosa ci sprona, ci parla dentro, e riesce a farci fare qualcosa che non ci si aspettava o che magari nemmeno si pensava di poter fare. Non sappiamo, e sarebbe troppo doloroso saperlo, cosa frullava in testa a Jon dopo la improvvisa, crudele, morte di suo fratello Criss, ma sappiamo che in qualche modo il grande uomo si convinse che almeno per il momento era giusto continuare ad occuparsi di musica con i Savatage, e noi lo ringraziamo di questo. Perchè, nonostante il terribile lutto che colpi la band nel ’93, il nono album dei Savatage è ancora una volta una gemma preziosa. E’ un album particolare, ancora una volta poco paragonabile con quelli che lo precedettero, che vive delle sensazioni forti, sconvolgenti provate da un Jon mai come questa volta incontrastato mastermind del progetto Savatage. Il geniale musicista vive il lutto per il fratello in una raccolta introspezione, che colora di nero e di seppia la musica di quest’album e lo riempie di una dimensione forse meno teatrale e carismatica rispetto ad un tempo, donandogli al contempo uno spessore e una profondità nuovi, che solo in alcuni tra i più emozionali passaggi di “Streets” avevamo potuto ascoltare. Il viaggio tra i sentimenti che è “Handful Of Rain” inizia con la rabbia travolgente di “Taunting Cobras”, violento pezzo al limite del thrash metal che ci mostra senza veli il chitarrismo aggressivo di Skolnick, il musicista scelto a ‘rimpiazzo’ di Criss per le parti soliste. La title-track “Handful of Rain” tocca abissi di disperazione anche più profondi con un testo basato sull’alcolismo, che Jon riassume benissimo con l’evocativa frase ‘Staring up to heaven from the bottom of the glass’. Giunti alla terza traccia ci troviamo però in presenza di un pezzo in grado di cambiare tutto: “Chance”. Basta un ascolto per rendersi conto che si tratta di qualcosa di nuovo, di mai sentito. La struttura inedita, la grandeur degli input sinfonici, l’incredibile intreccio di voci finali hanno lo stesso impatto sul heavy metal di quello che una “Bohemian Rhapsody” potè ai suoi tempi avere avuto sul rock. Un capolavoro senza tempo, davanti cui tutti i fan della band ammutoliscono senza eccezione. Dopo un simile squarcio di genialità, quasi ci deludiamo di trovarci dinnanzi a pezzi invero ottimi come “Stare Into The Sun” o come l’ancora più coinvolgente “Castles Burning”, piccolo masterpiece heavy dedicato alla morte del nostro giudice Giovanni Falcone. “Visions” perpetua un motivo sinfonico che diventerà un altro trademark dei Savatage nei prossimi album, mentre “Nothing’s Going On” e “Watching You Fall” si fanno ricordare rispettivamente per un inedita virulenza esecutiva e per una toccante interpretazione di Stevens alla voce. Proprio Stevens si rivela poi assolutamente perfetto in “Alone You Breath”, canzone conclusiva durante la quale il Nostro riprende anche i bellissimi versi di “Believe” e “Where The Crowds Are Gone”, reinterpretandoli con incredibile passione e coinvolgimento. “Handful of Rain” non sarà magari un capolavoro senza tempo come lo era stato “Streets”, e nemmeno un album rivestito dell’importanza di “Edge Of Thorns”, ma è comunque un disco in grado di mangiarsi da solo buona parte della concorrenza su sonorità heavy, e soprattutto un disco in grado di far sognare ancora i fan dei Savatage, che tanto avevano sofferto per la scomparsa di Criss.

TRACKLIST

  1. Taunting Cobras
  2. Handful Of Rain
  3. Chance
  4. Stare Into The Sun
  5. Castle Burning
  6. Visions
  7. Watching You Fall
  8. Nothing's Going On
  9. Symmetry
  10. Alone You Breathe
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