
7
- Band: SAVATAGE
- Durata:
- Disponibile dal:
Spotify:
Apple Music:
Incredibile, finalmente questo “Poets And Madmen” è riuscito a vedere la luce! Dico finalmente perché una serie infinita di problemi si sono susseguiti e hanno causato notevoli ritardi nel completamento del disco in questione.
In primis il chitarrista Al Pitrelli ha lasciato la band per unirsi ai Megadeth, e successivamente anche il cantante Zachary Stevens, dopo oltre dieci anni di onorata militanza, ha annunciato la sua dipartita dai Savatage per dedicarsi alla propria famiglia. Se poi aggiungiamo le beghe legali e burocratiche dovute al cambiamento di casa discografica il gioco è fatto! Ma allora è valsa la pena aspettare mesi e mesi questa nuova release? La risposta non può essere che affermativa in quanto, come anticipato da Jon Oliva, “Poets And Madmen” segna il ritorno della band a sonorità decisamente più heavy rispetto a quelle dei suoi ultimi lavori. Non voglio però illudere chi si aspetta un disco sulla scia di “Sirens” o “Hall Of The Mountain King”, perché non è il nostro caso, infatti già dalla prima song “Stay With Me A While” si denota il classico stile Savatage delle ultime produzioni. “There In The Silence” presenta invece riffs decisamente più pesanti, Jon Oliva mette in mostra un uso veramente intelligente delle tastiere e una voce che per tutta la durata del disco si rivelerà potente, aggressiva ma anche carica di pathos. L’ombra di “Wake Of Magellan” si fa vedere in “Commissar”, in cui il suono del piano introduce un brano atmosferico e orchestrale come solo la band americana è in grado di proporre, forte anche dell’ottimo lavoro di Chris Caffery alle chitarre, mentre la successiva “I Seek Power” è un mid tempo veramente roccioso accompagnato da un cantato altrettanto granitico. Il capolavoro del disco è la lunghissima song (oltre dieci minuti)”Morphine Child”: melodia ed epicità dominano tutto il pezzo ed i cori imponenti, tipicamente in Savatage-style rendono il brano una possibile colonna sonora per un film. Sicuramente uno dei pezzi più complessi della band americana e sono certo che diventerà presto un vero classico, specialmente in sede live. I riferimenti al passato non mancano, “Surrender” è un brano veloce, quello che più si avvicina alle produzione degli esordi, quando il compianto Criss Oliva era ancora fra noi, e “Drive” lo segue a ruota. Ovviamente la produzione è affidata alla mano esperta di Paul O’Neil, ormai membro ‘nascosto’ del gruppo in quanto si è occupato, come in precedenza, anche di parte del songwriting. Se questo “Poets And Madmen” fosse terminato qui sicuramente lo avrei promosso a pieni voti. Purtroppo la successiva “Awaken” si dimostra una canzone di livello leggermente inferiore, rispetto agli standard compositivi della band, che risente forse dell’altissima dei pezzi precedenti. Anche la ballata “Back To A Reason”, che ha l’onore di essere la track conclusiva, non mi convince del tutto, risultando priva di quel tocco speciale che le avrebbe permesso il salto di qualità. In definitiva questo “Poet And Madmen” è un lavoro di fattura più che buona e sono sicuro che manterrà i fans acquisiti da “Dead Winter Dead” o “The Wake Of Magellan”, soddisfacendo in ugual modo i sostenitori di vecchia data che si erano allontanati dalla sterzata melodica dei dischi sopracitati. Un elogio va a “big” Jon Oliva per il suo ritorno ai microfoni, anche se purtroppo la sua permanenza sarà solo temporanea e sinceramente faccio fatica ad immaginare il probabile successore John West mentre canta questi pezzi…staremo a vedere. In sintesi l’acquisto è caldamente consigliato!