7.5
- Band: SAWTHIS
- Durata: 00:39:04
- Disponibile dal: 30/09/2013
- Etichetta:
- Bakerteam Records
- Distributore: Audioglobe
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Dopo il corposo track-by-track che ve ne ha offerto una doppia visione, quella del vostro recensore e quella del cantante del gruppo, ecco qui un giudizio più striminzito e generale di “Youniverse”, nuovo album degli abruzzesi Sawthis che con questa pubblicazione, la terza, mirano all’agognato salto di qualità. “Youniverse” è un album di thrash metal moderno, dalle tinte melodiche e che fa proprie le influenze di gruppi come The Haunted e Soilwork. Alternando brani veloci e furiosi ad altri episodi più ragionati, dal ritmo più lento però dominato dal groove, i Sawthis confezionano in undici brani, per un totale di trentanove minuti, un ascolto molto vario, che non si appiattisce mai e che vi indurrà subliminalmente a premere il tasto ‘play’ di nuovo. Abbiamo analizzato il disco canzone per canzone qualche settimana fa, esaltandoci all’ascolto . Per scrivere la recensione ci siamo presi un periodo di pausa dalla fruizione, a porre quindi distanza fra una magari possibile esaltazione frutto del momento e un giudizio a bocce ferme, con un lavoro completamente metabolizzato. Ebbene, il nostro giudizio non è cambiato: l’album piace, molto, e fila che è una bellezza. Sia nei brani veloci che in quelli lenti e ragionati, pervasi dal groove e dagli ottimi arrangiamenti di chitarra, i Sawthis dimostrano di aver compiuto il salto di qualità e di aspirare a qualcosa di più grande che non sia l’attività sul territorio italiano. Citiamo qualche brano fra i migliori: l’opener “The Logical Colors”, dirompente nel suo veloce incedere, scritta appositamente per aprire l’album; “The Waking Up”, dominata dal coro vocale che ricorderete al primo ascolto; “The Disturbed”, piena di riff lenti e pachidermici; “The Crowded Room”, dinamica con repentini cambi di tempi e situazioni; “The Indeleble”, composizione che contrappone a più riprese melodia e velocità; “The Impure Soul”, altro brano dominato dall’eccellente prova vocale del singer e dalle chitarre. Tanta carne al fuoco per “Youniverse”, un album che si lascia piacere sempre di più ad ogni ascolto e che ci rende fieri provenga da una band italiana.
P.S.
Come per i The Haunted, apprezziamo qui la scelta stilistica di usare l’articolo “the” davanti a ogni nome di canzone, riprendendo così la sequenzialità usata dagli svedesi su “The Dead Eye”.