7.5
- Band: SAXON
- Durata: 00:46:50
- Disponibile dal: 04/02/2022
- Etichetta:
- Silver Lining
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“If you want Saxon (you’ve got it)”. Prendendo in prestito il titolo di uno dei pezzi storici degli AC/DC, siamo lieti di celebrare il ritorno discografico, sempre atteso, dei Saxon. Sono infatti trascorsi quattro anni dall’ultima fatica rilasciata dalla band di Barnsley: quel “Thunderbolt” che aveva messo sul piatto più di una conferma circa lo stato di forma di una delle leggende assolute dell’heavy metal. Da quel momento, dal bunker del gruppo britannico sono arrivati sì nuove produzioni ma tutte di carattere sperimentale – o speciale, se vogliamo. Dapprima il buonissimo album solista di Biff Byford datato febbraio 2020, quindi il disco di cover “Inspirations” pubblicato a marzo dello scorso anno ed infine quel “Red Brick City” firmato dallo stesso Byford insieme al figlio Seb diffuso nel mese di luglio. Tre lavori sui quali si susseguivano trepidanti news relative al nuovo full-length della band madre: aggiornamenti che, finalmente, trovano oggi la piena realizzazione. “Carpe Diem”, questo il titolo dell’album numero ventitré dei Saxon: un disco intenso, completo, che ancora una volta ci mostra una formazione vogliosa di fare musica, senza adagiarsi sul meritato piedistallo. C’è del mestiere, ci mancherebbe, ma ciò che si avverte maggiormente sono la grinta e la passione sprigionate da ogni singola nota: dalla chitarre di Paul Quinn (impeccabile come sempre) e Doug Scarratt, dal basso di Nibbs Carter, dai colpi di Mr. Nigel Glocker, dalla voce del capo assoluto dei Saxon, quel Biff Byford che, alla faccia del triplo bypass ricevuto nel settembre del 2019, ci regala l’ennesima superba prestazione canora (accompagnato nei cori proprio da Byford junior). Classe da vendere quella della band anglosassone, meritatamente libera di fare ciò che vuole; ed il risultato piace assai. “Carpe Diem”, ascolto dopo ascolto, si assesta sui livelli degli ultimi colpi sparati da Biff e compagni: sia con il tonante “Thunderbolt”, sia con “Battering Ram”, superando sicuramente “Sacrifice”.
Non contiene una vera e propria hit ma è l’insieme dei dieci pezzi a costruire un’impalcatura solida e nel contempo varia, riuscendo ad accontentare tanto i defender della prima ora quanto i nuovi supporter. Rockeggiante, arcigna, malinconica ed aggressiva la prima parte dell’album: merito della repentina e ‘riffosa’ titletrack, della poderosa “Age Of Steam” con il suo incedere possente, della poetica “The Pilmgrimage” (una sorta di “Crusader” 2.0 con rimandi all'”Hells Bells” di Angus Young e soci), dell’arrembante “Dambusters” e di “Remember The Fallen”, un sentito omaggio (dal riff non trascendentale) a tutti coloro che hanno avuto a che fare con la pandemia, perdendo in parecchi casi la propria battaglia. Una varietà di episodi che si manifesta anche nella seconda cinquina di “Carpe Diem”, in cui segnaliamo la spaziale “Super Nova”, la misteriosa “Lady In Gray” e la speed metal “Living On The Limit”, dal sound iper-Motörhead, con la quale si chiude anche l’album. In attesa, incrociamo le dita, di rivederli on stage, gustiamoci il comeback di una delle colonne d’acciaio dell’heavy metal britannico. Non perdete tempo e cogliete l’attimo: Saxon rules, ancora una volta!