6.5
- Band: SCANNER
- Durata: 00:47:40
- Disponibile dal: 12/01/2024
- Etichetta:
- ROAR! Rock Of Angels Records
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Axel Julius e i suoi Scanner ci hanno abituati, nel corso degli anni, a due costanti: l’incertezza circa l’uscita di un nuovo album e l’altalenarsi di dischi più o meno belli. La penultima fatica in studio di uno di quei gruppi che hanno contribuito maggiormente all’imprinting rozzo del power metal tedesco, per poi sparire dalle scene per un pezzo a inizio Duemila, risale infatti al 2015 con “The Judgement”, al quale fa seguito, finalmente, questo “The Cosmic Race”.
In piena ‘tradizione’ degli Scanner c’è un altro giro di musicisti, rispettivamente Sascha Kirpanek, Dominik Rothe e Jörn Bettentrup – che prendono posto a batteria, chitarra e basso – mentre resta al suo posto l’ugola d’oro di Efthimios Ioannidis.
Con questa line-up rinnovata, i nostri mettono a segno un album che, pur non essendo un capolavoro, farà sorridere chiunque apprezzi le ultime uscite discografiche dei Judas Priest: sin da “The Earth Song” ci troviamo di fronte a una produzione degna di questo nome, caratterizzata da un buon intreccio fra melodia e durezza, in pieno stile power tedesco. Gli ammiccamenti alla NWOBHM abbondano anche nell’incedere cadenzato di “Face The Fight”, dichiaratamente heavy à la Accept arricchito da una serie di cori epici e da un riff arrogante come si deve.
In generale, tutti i pezzi che si rifanno al solido substrato di hard’n’heavy tedesco dell’album sono godibili, come “Dance Of The Dead”, capace di mescolare sapientemente quello che potrebbe suonare come un pezzo alla Iron Savior con un hard rock quasi alla Scorpions. I problemi arrivano però quando la band spinge il pedale dell’acceleratore cercando di entrare nei territori del power duro e puro, che però non le è avvezzo: così, accade che in “Scanner’s Law”, pezzo che dovrebbe rappresentare la punta di diamante del lavoro, le linee vocali sembrino quasi volutamente tirate senza che la parte strumentale riesca a tenerne il gioco; o, ancora, in alcuni punti di “Warriors Of The Light”, dove i nostri cercano di lanciarsi su territori più lirici che forse non gli sono propriamente avvezzi, con il risultato di avere sovrapposizioni corali che annoiano molto presto. Molto bene, invece, la tripletta che chiude il lavoro: dalla marcia manowariana di “Farewell To The Sun”, passando per l’oscura e granitica “Space Battalion” e arrivando alla priestiana “The Last and First in Line”.
Insomma, questo ritorno degli Scanner dopo nove anni di silenzio non lascia l’amaro in bocca, ma non è nemmeno così tanto memorabile. Seppur apprezzabile, specialmente per la sua vena dichiaratamente hard’n’heavy che esce prepotentemente in alcuni brani, ci sono troppi inciampi quando Julius e soci cercano di entrare nel territorio del power metal: questo finisce per azzoppare un po’ l’ascolto, portando l’ascoltatore a skippare proprio quelle tracce del disco più veloci, che dovrebbero essere invece le predilette di chi ascolta questo genere.
Nonostante ciò, appunto, “The Cosmic Race” è un discreto ritorno per una delle formazioni più apprezzare dell’heavy power tedesco, che non suonerà male negli stereo di chi mastica ancora questi generi dopo tanti anni.