7.5
- Band: SCHIZO
- Durata: 00:39:50
- Disponibile dal: /04/2007
- Etichetta:
- Scarlet Records
- Distributore: Audioglobe
Eccolo finalmente: quanti anni abbiamo dovuto attendere per questoalbum? Non è certo bastato l’antipasto di qualche mese fa, ovverosia laristampa del fenomenale esordio “Main Frame Collapse”, a placare gliappetiti di chi considera gli Schizo una delle migliori realtà maiuscite dal panorama metal tricolore. Finalmente “Cicatriz Black” ègiunto sugli scaffali, con il suo carico di oscurità e di malvagità.Questo album sicuramente non susciterà lo scalpore che a suo tempo ebbeil debut: i tempi sono cambiati, oggi il mercato, compreso quelloitaliano, è saturo, le uscite sono numerosissime ogni giorno edoltretutto non c’è quasi più spazio per la novità assoluta. AlbertoPenzin è una persona intelligente e conosce benissimo la situazione,quindi, insieme ad una band parzialmente ringiovanita, si èaccontentato di offrirci “solo” della buona musica, come solo imigliori sanno fare. “Cicatriz Black” riparte da dove “Main FrameCollapse” si era fermato, conscio del fatto che nel frattempo sonopassati quasi vent’anni. La base rimane quindi la stessa, ma leinfluenze moderne fanno capolino, seppure triturate e sapientementeinserite in un contesto classico, almeno per gli Schizo. Come nonaccorgersi ad esempio del fatto che in alcuni frangenti le partituresono maggiormente melodiche? Ma, tutto sommato, i ragazzi sono rimastiproprio come ce li ricordavamo, ovvero attenti ai particolari,preparati tecnicamente e compositivamente e fautori di quella sorta dideath-thrash-black core che ha ancora nel suo DNA tracce di Kreator,Destruction, Discharge e Slayer, ma anche la voglia di osare tipica deiCoroner. Sembra che il tempo non sia passato, se proprio vogliamoessere pignoli, le melodie utilizzate in “Cicatriz Black” possono allalontana ricordare i Soilwork, ma gli Schizo sono infinitamente piùoscuri e pesanti degli svedesi. Volutamente non è stata citata alcunatraccia, proprio per permettere all’ascoltatore di concentrarsisull’insieme di un album che ci restituisce una band in perfetta formae che ancora una volta fa della qualità eccelsa del songwriting la suaarma migliore. Votazione di poco inferiore al debut solo per lequestioni storiche e d’impatto sulla scena descritte ad iniziorecensione. Ora speriamo di non dovere aspettare altri vent’anni per ilseguito.