7.5
- Band: SCOUR
- Durata: 00:15:54
- Disponibile dal: 27/11/2020
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Gli Scour non sono certo la band che trasformerà il black metal, vuoi per ragioni cronologiche, o per un sound che può fare la gioia di noi ascoltatori più beceri, nè decolla certo verso lidi sperimentali e originali, in grado di stupire i palati più raffinati. Va dato tuttavia atto che, trovata la formula discografica perfetta negli EP che sfornano con costanza, riescono per l’ennesima volta a colpire nel segno, con un lavoro che coniuga impatto, freschezza e una durata ideale per non annoiare.
Confermata la formazione all star, su “Black” trovano posto anche ospiti eccellenti, in particolare Erik Rutan e Pat O’Brien, che prestano le loro asce in un paio di brani, oltre all’inattesa partecipazione di Jason Momoa, che oltre ad essere Aquaman al cinema è anche notoriamente un appassionato metallaro, e collabora efficacemente alle barbariche linee vocali dell’opener “Doom”. Per il resto abbiamo la riprova di come la stella polare degli Scour siano gli anni Novanta, in particolare sul fronte svedese: gli assalti ciechi dei Marduk e le atmosfere cupe e insieme glaciali dei Dark Funeral si sposano a meraviglia, grazie a ritmiche furiose e occasionali stop-and-go ad effetto. Con il bonus dell’innesto di quello che è ormai quasi un marchio di fabbrica della band, ossia un inquietante intermezzo di pianoforte e tastiere su “Microbes”.
Sei brani per il canonico e ben confezionato quarto d’ora di musica: al terzo EP è evidente che gli Scour meritano attenzione e apprezzamento esulando dal solo fatto di essere l’ennesimo side-project di Phil Anselmo – peraltro non sempre garanzia di qualità, a dirla tutta. Vediamo se al prossimo giro, dopo le loro personali sfumature di grigio, rosso e nero, ci regaleranno il servizio completo.