7.5
- Band: SCREAM 3 DAYS
- Durata: 00:36:30
- Disponibile dal: 26/05/2017
- Etichetta:
- Punishment 18 Records
- Distributore: Andromeda
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Un urlo lungo trentasei minuti. E’ quello lanciato dagli Scream 3 Days, nuova realtà tricolore, autori di “Kolera 666”, debut album in cui la matrice thrash si mescola perfettamente al death melodico di stampo svedese, non disdegnando comunque alcuni spunti black, che vanno ad arricchire un prodotto ben confezionato e messo sul mercato dalla sempre attivissima e altrettanto attenta Punishment 18 Records. Ma chi sono gli Scream 3 Days? L’idea venne partorita nel 2010 in quel di Torino da parte del chitarrista Alexxx e del singer J.Kross: dopo aver macinato anni di attività in band locali, i due volevano realizzare un qualcosa di nuovo, che fosse caratterizzato da ritmiche più serrate, quasi chirurgiche, racchiuse in un turbinio vocale che spaziasse dal growl allo scream. Da qui l’EP del 2011 “The House Without Windows” che portò il gruppo a cominciare un’intensa attività live, soprattutto nel Nord d’Italia. La chiave di volta tuttavia si chiama Andrea Signorelli: il navigato bassista, già leader dei Braindamage, entra nella band nei panni di ‘Kahlenberg’ portando quel tasso di esperienza necessaria per arrivare, dopo due anni di duro lavoro, alla pubblicazione del qui presente “Kolera 666”. Ma veniamo a noi: si scriveva di black metal qualche riga fa e, in forma quasi ‘corale’, non troppo grezza, lo troviamo immediatamente nella opener “Apocalypse” che va ad alzare il sipario verso questo viaggio sonoro rigorosamente a testa in giù. E’ invece una tellurica sezione ritmica a farla da padrona in “No One”, coadiuvata da un maligno riff che si snoda lungo tutto il brano, tenendo così botta alle parole sparate a squarciagola da J.Kross. E se “The Worst” richiama formule maggiormente thrash, il tutto in chiave più moderna, è con la successiva “Sweet Dirge” che il rimando al Gothenburg sound balza immediato all’orecchio. La prima stoccata, infatti, sembra arrivare direttamente da quel “Damage Done” di inizio millennio firmato Dark Tranquillity, ed anche il proseguo del brano segue la scuola svedese, qui in versione più fulminea e diretta. Death melodico che rimane nei padiglioni dell’ascoltatore anche in “The Goddess Of” pur mantenendo una sua certa singolarità. Ed è questo uno dei punti a favore degli Scream 3 Days: essere in grado di prendere spunto dal passato per lavorarlo secondo i propri canoni, senza cadere nel ‘già fatto’ o addirittura nel ‘copia-incolla’. Melodia, tecnica, precisione ma anche rabbia, velocità e pesantezza: con “Hate Pusher” e soprattutto con “Green Five Soul”, la band torinese dimostra di sapere il fatto suo e di non essere arrivata al debutto senza una degna preparazione o comunque ‘alle prime armi’. L’album si chiude con la titletrack che, a conti fatti, risulta essere anche il pezzo ‘meno’ dell’intero lavoro: abituati alle varianti sonore proposte in precedenza, il brano finale risulta un tantino piatto; una leggera sbavatura a fronte di un lavoro davvero interessante. Gli Scream 3 Days sono pronti per lanciare il proprio grido sulla folla… aprite bene le orecchie!