7.5
- Band: SEBASTIAN BACH
- Durata: 00:47:37
- Disponibile dal: 10/05/2024
- Etichetta:
- Reigning Phoenix Music
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Dopo tanto ciarlare a vanvera, dichiarazioni estemporanee e inutili in merito a una possibile reunion con la sua precedente band, gli Skid Row, Sebastian Bach approda finalmente a un nuovo album solista. Il primo da “Give ‘Em Hell” del 2014. Ed è questa sicuramente la notizia migliore per tutti i fan o i semplici simpatizzanti del cantante americano, che almeno su disco dimostra di non aver perso smalto e di poter ancora proporre qualcosa di valido.
Senza voler andare a far confronti tra quanto contenuto in “Child Within The Man” e l’ultimo album a firma Skid Row, l’ottimo “The Gang’s All Here”, Bach fa valere tutta la sua esperienza in sonorità hard rock ottantiane, semplici e senza fronzoli, affrontando una serie di tracce che richiamano facilmente gli anni di “Skid Row” e “Slave To The Grind”. “Child Within The Man” fa leva su pochi e semplici concetti, appoggiandosi sulle caratteristiche migliori della voce di Bach, cercando di valorizzarle al meglio senza andare a strafare. Un album in sicurezza e controllo, e proprio per questo motivo riuscito, perché dà esattamente quello che promette e che i suoi fan vorrebbero sentire.
“Child Within The Man”, se vogliamo, esprime già dal titolo quali sono gli intendimenti del cantante: gli anni della gioventù sono lontani nel tempo, il grande successo pure, eppure la fiamma della passione per l’hard rock metallizzato, dalle melodie appiccicose e accattivanti, non si è spenta, testimoniando fattivamente attraverso i brani della raccolta quanto Sebastian creda ancora molto nella sua arte.
“Everybody Bleeds”, tra trascinanti riff compressi e melodie viziose, fa entrare in circolo facilmente il ‘veleno’ dosato da Bach, che dimostra istantaneamente di saper urlare e accarezzare, scuotere e ammansire, all’interno di un pezzo che ha tutti gli ingredienti dell’hard rock stradaiolo di miglior fattura. Compresa un’infuocata chitarra solista, accompagnamento perfetto per Sebastian. Ed è un fiume di divertimento e adrenalina senza alcuna indecisione, quello che segue appena dopo.
“Freedom” tira fuori nelle strofe i toni taglienti della vocalità bachiana, ben alternati a quelli puliti, che invece fanno decollare l’ottimo ritornello. “(Hold On) To The Dream” rispolvera la vena romantica, almeno inizialmente, per prodursi successivamente in un midtempo costellato di cori sporchi alla vecchia L.A. glamour, con un effetto revival dosato benissimo.
Sono tante piccole variazioni sui medesimi concetti, quelle portate avanti da Bach e da una band di supporto che, complici anche alcune ospitate, si fa valere sul serio, senza fare da semplice contorno. Ingentilendo ancora di più la voce, eccoci allora nella scorrevolissima “Future Of Youth”, diretta e orecchiabile, oppure in “Vendetta”, dai tratti più cupi, heavy e con una sua felice alternanza di riff quadrati aggressivi e aperture avvolgenti.
Se è lecito attendersi da Bach ‘queste cose qua’, sono il piglio brillante, la voglia, la brillantezza vocale e compositiva a lasciarsi veramente lieti di riascoltare questo storico cantante, finalmente risollevatosi da quell’idea di vecchia gloria sul viale del tramonto che da tempo dava a intendere di essere. “Child Within The Man” non è affatto un album uscito tanto per farsi risentire, tutt’altro. Ancora sul finale, l’indiavolata “F.U.” e i chiaroscuri di “Crucify Me” ci parlano di un artista ben focalizzato, abile nel dosare diversi approcci e a muovere la voce tra tante diverse tonalità e corde emotive.
“Child Within The Man” è una bella risposta a chi ormai vedeva Bach come una mezza macchietta, risollevandone molto bene le sue sorti artistiche. Arriviamo un po’ tardi rispetto alla sua uscita, ne siamo consapevoli, speriamo che in tanti abbiano già apprezzato i contenuti del disco e, per chi non l’abbia fatto finora, questo agosto vacanziero possa essere un buon motivo per ridare fiducia all’ex Skid Row.