8.0
- Band: SECRET SPHERE
- Durata: 01:07:36
- Disponibile dal: 30/05/2005
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
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L’esordio “Mistress Of The Shadowlight” vedeva i Secret Sphere proporre un power sinfonico sulla scia di Rhapsody e Labyrinth, “A Time Nevercome” segnò invece un primo passo importante verso soluzioni più elaborate e progressive, mentre con “Scent Of Human Desire” il sound risultò essere molto più ruvido e irrubostito da evidenti inflessioni hard rock. Fin dai suoi primi passi, l’intenzione del gruppo italiano fu quella di non ripetersi mai, di cercare sempre di valorizzare e rinfrescare la propria musica contaminandola di differenti stili, con l’apprezzabile risultato di avere prodotto una discografia varia e dinamica. Il nuovo “Heart & Anger” è il compendio di questo percorso musicale iniziato nel 1997 e, allo stesso tempo, rivisita le intuizioni presenti nel primo album, riproponendole in maniera più matura e professionale. Il lato sinfonico presente in quel disco, viene qui rivisitato e perfezionato con il determinante ausilio di una vera e propria orchestra e un coro operistico, per un totale di cinquanta musicisti ribattezzati per l’occasione “Secret Symphony Orchestra”. Nascono così grandi canzoni come “Leonardo Da vinci”, la più sinfonica del lotto, aperta da una sezione d’archi e da un’ammaliante chitarra acustica, e la dura e compatta “Set Me Free”, resa maestosa da possenti cori operistici. Ma, come dicevamo all’inizio, la band non trascura il lato più heavy della propria musica anzi, “Heart & Anger” è senza ombra di dubbio il suo disco più pesante; l’ingresso in formazione del batterista Daniel Flores (proveniente dai progster svedesi Mind’s Eye), autore di una prova precisa e tellurica, è fondamentale in questo senso. Anche la coppia di chitarristi Aldo e Paco è una vera e propria macchina da guerra: il duo crea delle vere e proprie falciate di chitarra che non lasciano scampo e “Where The Sea Ends” ne è l’esempio. Riff taglienti quasi thrashy sono invece all’origine di “Bad Blood”, song in cui la verve esplosiva viene sapientemente miscelata con la vocazione melodica, cosa che per altro la band fa benissimo per tutta la durata del disco. Spazio anche al classicissimo speed-power di “First Snake”, dove il bravo cantante Ramon duetta a meraviglia con Roberto Tiranti dei Labyrinth, e al mid-tempo “Dance With The Devil”, dai tratti hard rock come la delicata “No Reason Why”. Su tredici canzoni presenti, è doveroso sottolineare che neanche una può essere definita uno squallido riempitivo; al contrario i Secret Sphere dimostrano di avere registrato un lavoro ricco di idee, potente e pregno di melodie mai sconclusionate o melense, riuscendo ad arrangiare il tutto in modo sorprendente. Dischi come questo sono la chiara dimostrazione che la scena italiana non continua a produrre solo, come alcuni ancora sostengono, gruppi clone di Labyrinth e Rhapsody, ma è anche in grado di dare i natali a musicisti come i Secret Sphere, capaci di disegnare uno stile proprio ed inconfondibile.