7.5
- Band: SEDNA
- Durata: 00:49:55
- Disponibile dal: 29/10/2016
- Etichetta:
- Drown Within Records
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Il ritorno discografico dei Sedna, avvenuto in realtà già da qualche tempo, corrisponde al nome di “Eterno”, chiave emblematica per comprendere appieno il carattere immensamente vasto e dilatato che assume questo termine nel contesto musicale del trio italiano. Se da una parte possiamo sicuramente riconoscere gli elementi che caratterizzavano la precedente uscita a nome “Sedna”, appare sicuramente modificata l’alchimia con cui questi vengono mischiati, lasciando emergere in maniera intima e sincera il lato più emotivo della proposta, sospesa in un’aura eterea ed impalpabile che lascia fluire foschi presagi ed una rabbia difficilmente controllabile che sfoga il suo impeto in vocals disperate e sofferte, alternate tra le parti maschili e femminili di chitarrista e bassista. E’ in questi frangenti, accompagnati dai momenti più tirati anche alla batteria, che emergono più chiaramente le scorie black metal che avvelenano la pasta sonora dei Sedna, comunque capaci in questi episodi di non serrare troppo le maglie ed avventurarsi, soprattutto nel lavoro delle chitarre, in trame ariose ed atmosferiche dal sapore cosmico. Prendendo le mosse dal disco precedente, inoltre, si nota un’attenzione ancora più accurata nello studio di un sound perfettamente equilibrato, profondo, molto bilanciato nel passare con una progressione davvero avvolgente dai puliti scarni ed essenziali di molte parti, ai momenti più accesi ed interlocutori fino al massimo della distorsione, raggiungimento di un phatos costruito sapientemente su minutaggi molto elevati, ma affatto stancanti nella loro successione. Anche a livello generale, sembra che le tre tracce dell’album seguano un copione abbastanza delineato, basato sulla fredda desolazione di “Pillars Of Creation I”, la furia più acida di “Pillars Of Creation II” ed infine l’apoteosi melodica di “Mountains Of Creation”, contenente i passaggi più toccanti e memorabili dell’intero platter, dove si alternano più frequentemente le inquiete anime della band e, soprattutto, con risvolti inattesi e meno prevedibili. Conclude questo esteso percorso di negatività proprio “Eterno”, un ipnotico e disturbato drone di suoni stridenti ed emozioni di disagio che dona al disco nel suo complesso un definitivo sentimento di completo distaccamento da qualsiasi tipo di sensazione positiva, un pessimismo cosmico che conquista, strazia, e lascia infine con l’amaro in bocca per essere tornati, purtroppo, alla grigia esistenza da cui eravamo venuti. “Eterno” non contiene musica per intrattenere, le canzoni che contiene non sembrano voler interagire forzatamente con i loro ascoltatori, quanto piuttosto cercare di esternare ritualisticamente un male dell’anima, una sofferta catarsi musicale che, se ben predisposti, saprà emozionare più del previsto.