7.0
- Band: SEDNA
- Durata: 00:21:53
- Disponibile dal: 14/10/2022
- Etichetta:
- Drown Within Records
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Giunge il tempo per i Sedna di dare un successore al loro valoroso, precedente lascito discografico, quel “The Man Behind The Sun” che aveva posto con insistenza il nome del gruppo tra i pesi massimi di un certo tipo di musica pesante ed atmosferica.
Non dissimili sin dal titolo, “Last Sun” viene composto dalla band subito dopo l’uscita del suddetto album, segnalandosi quasi come un duraturo prolungamento che ha fagocitato esternazioni sonore, andate a protrarsi anche nei due lunghi atti che compongono la scaletta di questa nuova uscita. Al netto di un mood generale parimenti catastrofico, la band espande oggi però il suo versante più liquido e sperimentale, lasciando sviluppare a dovere le inquietudini drone e noise che introducono a questo sofferente cammino di annientamento. Entrambi i lati del platter, infatti, mostrano nei primi minuti l’organica capacità di creare dei saliscendi emozionali sempre d’impatto, impreziositi peraltro dall’intervento di special guest di lusso (Ottone Pesante, Hate & Merda), capaci di aumentare il suggestivo landscape sonoro esplorato dai Sedna. Si tratta di un infido tappeto sonoro sempre pronto a nascondere qualcosa, sempre pronto a rivelare malesseri e contraddizioni esplosivi ed incontrollabili, sfogati nei laceranti interventi vocali di Alex Crisafulli o di Dominik Goncalves (Downfall Of Gaia) e Guilherme Henriques (Gaerea), amici ed ospiti della band in questa occasione, o nelle deflagrazioni distorte degli strumenti, che mostrano ancora in entrambi i brani il lato graffiante ed incisivo di cui sono capaci. Saranno le melodie ripetitive e superbe dell’estatica parte finale del secondo atto ad introdurci verso la fine del percorso, lasciandoci addosso una desolante sensazione di impotenza che si trasmette come un virus dalla musica del combo cesenate, e capace quindi di potersi considerare come un’esperienza a suo modo segnante. Tecnicamente, non sono molte le parti di cui si compone “Last Sun”, relegando a pochi momenti ben circoscritti il ruolo di reale substrato metal, ma è proprio nell’inconsistenza e nell’effimera leggerezza del non suonato che queste parti assumono il loro reale peso e la loro giusta dimensione, risucchiate ed avvolte da un sinuoso manto di suono mai come oggi così profondo e ricercato. Quale che sia l’angolo d’abisso che vogliano scrutare, sembra che i Sedna riescano a renderne una versione vivida e pulsante, aggiungendo un nuovo tassello al frastagliato puzzle esistenziale della loro crescente discografia.
