SEDNA – Sedna

Pubblicato il 04/02/2015 da
voto
7.0
  • Band: SEDNA
  • Durata: 00:54:08
  • Disponibile dal: 20/10/2014
  • Etichetta:
  • Drown Within Records

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E’ ancora il centro-Italia, più precisamente l’Emilia Romagna, a partorire un nuovo prodotto figlio di sonorità oscure e disperate, estremamente malleabili ma sempre maledettamente legate al grigiore esistenziale espresso dalle note della loro musica. Dopo Caronte, Abaton ed Emrevoid, sono oggi gli emiliani Sedna ad attirare la nostra attenzione, grazie alla buona qualità della loro proposta, imperniata su coordinate stilistiche ben precise ma affrontate nella loro interezza con sufficiente profondità. Il gelo siderale cala rapidamente durante l’ascolto di “Sedna”, grazie ad arpeggi in pulito riflessivi e misteriosi, improvvise sferzate black metal ed interlocutori tempi medi che aumentano il pathos e lasciano calare l’ascoltatore in una catalessi passiva, tanto nociva quanto attraente. Tre lunghissimi brani, più un ipnotico intermezzo dove brilla l’inquietante ospitata di Stefania Pedretti (OvO), sono il format prediletto da questi ragazzi, che decidono di prendersela con calma nello svolgimento e nel lento sviluppo delle loro creazioni, riff chilometrici al cui interno possono succedere mille cose, così come rimanere immutati per minuti senza mostrare il minimo segno di cedimento. In alcuni frangenti, il nome di alcuni esponenti di black metal “evoluto” come Downfall Of Gaia e primi Wolves In The Throne Room saltano inevitabilmente alla mente, mostrando chiaramente le radici da cui i Sedna hanno preso le proprie mosse, ma nonostante questo, col susseguirsi degli ascolti, l’inclinazione fosca e per certi versi testarda del trio italiano assume fattezze decisamente riconoscibili e ben memorizzabili, sintomo questo di un lavoro accurato e personalizzato in sede di composizione. A titolo esemplificativo, ci sentiamo di segnalare “Sons Of The Ancients” quale episodio-simbolo del platter, ma si tratta solo di una mera specificazione “di genere”, visto che il senso complessivo del lavoro assume certamente più senso e sfumature se valutato nella sua interezza, dato che l’album vive di momenti di quiete e tempesta considerati sulla lunga distanza, e non certo nella classica divisione tra canzone e canzone. Un ottimo mastering, affidato alle mani del guru Colin Martson, e l’uscita per la sempre più promettente Drown Within Records sono gli ultimi biglietti da visita di un debut che paga dazio in termini di personalità ai padri putativi del genere, ma che trova nel suo personale svolgimento innumerevoli motivi per catturare l’attenzione di tutti coloro interessati ad una concezione pessimistica e per niente rassicurante del genere metal.

TRACKLIST

  1. Sons Of The Ocean
  2. Sons Of Isolation
  3. Life / Ritual
  4. Sons Of The Ancients
1 commento
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