7.0
- Band: SEID
- Durata: 00:39:08
- Disponibile dal: 18/10/2024
- Etichetta:
- ATMF
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“Hymns To The Norse” è il quinto album della band svedese Seid: questo combo di Stoccolma è stato fondato nel 2009 dal tuttofare Seiðr, il quale oggi è affiancato da altri musicisti che suonano in gruppi underground e soprattutto dal nuovo batterista Pär Johannson (batterista dei Craft ed ex Diabolical).
I Seid in passato hanno fatto cose discrete, sempre fedeli ad un black metal in cui si mescolano la magia degli antichi riti pagani, le atmosfere epiche del periodo vichingo e gli echi di eroici combattimenti: il loro mondo è racchiuso entro queste coordinate affascinanti e qualcosa di questo si riflette anche nel nuovo lavoro, visto che comunque i Nostri sanno suonare, registrare la musica con dei suoni personali e sono perfettamente in grado di dare un proprio marchio ad un filone musicale fin troppo abusato in questi decenni.
La copertina è piuttosto esplicita e ci rimanda con vigore al mondo passato dei vichinghi, dove però il tipo di metal di riferimento è proposto qui nella sua natura più semplice, originale: infatti, se dobbiamo ricercare per forza dei punti di riferimento della musica dei Seid, bisogna tornare indietro di parecchio e rispolverare i gruppi che hanno dato un’impronta viking al black metal come gli Enslaved e, anche se stilisticamente diversi, gli Helheim.
Lungi dunque dal creare atmosfere troppo (persino pacchianamente) epiche artefatte e bombasticamente ‘cinematografiche’, qui l’elemento ‘storico’ c’è e si sente, ma viene lasciato sotto traccia, fa da sfondo ad un black metal sufficientemente articolato e concreto allo stesso tempo.
“The End Of Days (Monolith II)” e “White Beast From Hell” sono due esempi significativi della dimensione attuale della formazione svedese, i quali dimostrano su questo album di essere maturati rispetto al pur degno predecessore “Svartr Sól”, anche grazie ad un sound un po’ meno melodico e con dei ritmi più sostenuti.
Il modo migliore per tenere in vita ancora il viking metal forse è proprio questo: amalgamarlo con il black metal senza che l’epicità scontata prenda il sopravvento, e per questo motivo il nuovo album dei Seid è più che discreto. Per poter davvero lasciare l’impronta il gruppo in futuro potrebbe puntare su una migliore qualità del riffing, creando se possibile un proprio marchio distintivo, perché al momento a dover essere resa più personale è proprio la base portante black metal.
Se da un lato, infatti, questa base piuttosto standard è una buona tela su cui intessere i ricami viking, d’altro canto un riffing più elaborato e personale sarebbe in grado di creare qualcosa di veramente unico in cui incastonare gli elementi pagani in modo perfetto.
I Seid sembrano avere le doti per poter fare il definitivo salto di qualità, basta saper attendere. Proprio il non cadere mai nella banalità è il monito lasciatoci da un grande musicista e guerriero vichingo che veglierà in eterno sul metal estremo: Quorthon dei Bathory.