8.0
- Band: SELBST
- Durata: 00:41:35
- Disponibile dal: 07/08/2020
- Etichetta:
- Debemur Morti
- Distributore: Audioglobe
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Attivi dal 2011, venezuelani di origine e attualmente espatriati in Cile, i Selbst sono un gruppo che utilizza il black metal attingendo, con una sapienza davvero rimarchevole, dalle migliori fonti in circolazione a livello globale, rielaborando il genere con personalità e gusto. Di fatto si tratta di un progetto formato dal solo N, che cura chitarre, basso e vocals di questo secondo full-length, “Relatos De Angustia”, e le evidenti libertà, derivanti da una scrittura solitaria e che ha ben chiaro il concetto della propria espressività, emergono appieno nelle canzoni qui presenti. Sebbene pensando al Sudamerica ci venga spontaneo immaginare un black rozzo e primitivo, il lavoro fatto da N è invece raffinato e ricercato: spunti dalla scuola francese, da quella islandese, e da quella polacca, vengono sapientemente mischiati all’interno di un gusto innato per delle pur marce melodie, che compongono l’apparato strutturale del disco: tanto Mgla quanto i primi Misþyrming dunque, così come rivediamo la Norvegia degli anni ’90 e un ché di post black, che riescono ad unirsi per formare un lavoro di circa quaranta minuti che aggiunge un nuovo tassello della propria storia ad ogni nuovo ascolto.
Pezzi come “The Weight Of Breathing” o la conlusiva “Let The Pain Run Through”, sono massicci, violenti e disperati, si intravede qualche ‘sporcatura’, qualche basica reminiscenza di un metal brado e diretto, ma la forma che sostiene i sette brani di “Relatos De Angustia” è davvero ragguardevole e al passo coi tempi, tanto per quanto attiene un apparato prettamente atmosferico quanto più vario ed open-minded. Basti sentire la maniera in cui si apre “Defeaning Wailing On The Desperate Ones”, di fatto primo vero brano del disco, che in un minuto scarso già mette sul piatto una serie di passaggi diversi in grado di farci saltare dalla sedia e di mettere in chiaro le coordinate di un disco davvero solido e sicuro delle proprie capacità, in qualche modo dividendo i brani di diversi capitoli (probabilmente anche tematici, visti i titoli che sembrano nascondere dei testi piuttosto interessanti – e non ultimo il monicker della band). Insomma, un disco che pur dopo ripetuti ascolti ha avuto qualcosa di diverso da mostrare e che sembra avere pochissimi punti deboli, se ne ha.