7.5
- Band: SEPTICFLESH
- Durata: 00:38:34
- Disponibile dal: 18/03/2008
- Etichetta:
- Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
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Un ritorno insperato, quello dei Septicflesh (non più “Septic Flesh”)… un ritorno che può davvero fare la gioia di tutti coloro che hanno sempre supportato la band greca e che erano rimasti a bocca aperta sia all’ascolto dell’ultimo capolavoro “Sumerian Daemons”, sia all’improvviso annuncio dello split, avvenuto ormai quasi cinque anni fa. Erano in pochi a sperare in una reunion: i vari membri del gruppo si erano infatti dedicati a diversi progetti negli ultimi tempi e il cantante/bassista Spiros Antoniou è di recente diventato uno degli artisti più richiesti per quanto riguarda artwork e copertine… basti pensare ai suoi lavori per Paradise Lost, Heaven Shall Burn, Vader o Exodus. Ma, per nostra fortuna, alla fine la voglia di suonare musica come ai vecchi tempi ha prevalso su tutto il resto. Siglato un contratto con la Season Of Mist – probabilmente su suggerimento degli amici Rotting Christ – i fratelli Antoniou hanno rispolverato gli strumenti e, assieme al fido Sotiris Vayenas e all’ex Nightrage Fotis Giannakopoulos, si sono adoperati per regalare alla scena metal un nuovo gioiellino di death metal atmosferico e orchestrale, nella loro migliore tradizione. “Communion” è il titolo di questo disco… un’opera che, per spazzare subito il campo da equivoci, non raggiunge del tutto i livelli del suo illustrissimo predecessore, ma che tuttavia riesce con facilità e disinvoltura a riportare i Septicflesh nell’olimpo dei grandi della scena estrema. Del resto, dopo tanti anni di inattività e dopo aver dato alle stampe un vero capolavoro come “Sumerian Daemons”, era proprio difficile ripetersi, se non superarsi! Per quello ci sarà tempo, intanto meglio godersi le nove nuove composizioni che il quartetto è riuscito a preparare per questo come-back… materiale sempre e comunque di alta qualità, per giunta confezionato con una eleganza incredibile. A livello di forma, “Communion” è infatti senza dubbio l’album migliore della discografia del gruppo. La produzione è stata curata nei celebri Studio Fredman di Gothenburg e le registrazioni hanno coinvolto una vera orchestra e un vero coro, rispettivamente di 80 e di 32 elementi! Quasi superfluo dunque sottolineare come la resa sonora sia semplicemente spaventosa! Dal punto di vista dei contenuti, i Septicflesh sono invece a grandi linee rimasti sullo stile di “Sumerian Daemons”, anche se in diversi episodi vanno segnalate una ferocia e una incisività più spiccate del solito. Non a caso, il disco dura solo una quarantina di minuti… cosa piuttosto inusuale per la band. Sono infatti parecchie le tracce dominate dai blast-beat di Giannakopoulos e più volte ci si imbatte in alcuni dei riff più brutali che i nostri abbiano composto sino a oggi. Sempre presente, comunque, la componente epico-orchestrale – al contrario di quella industrial, che dopo “Revolution DNA” è stata gradualmente accantonata – e non va sottovalutato affatto l’apporto delle clean vocals di Sotiris, grandi protagoniste soprattutto in “Anubis” e in “Sunlight Moonlight”. Menzione speciale, infine, la merita “Persepolis”, la composizione più maestosa, oscura e drammatica del lotto … un brano semplicemente da brividi, il quale potrebbe rientrare senza troppi affanni tra i cinque migliori del repertorio dei Septicflesh e che spazza via in un sol colpo buona parte della produzione symphonic black/death degli ultimi tempi. Insomma, ci tocca essere un po’ severi con la band giusto perchè, sotto il profilo stilistico, non si odono novità di alcun tipo questa volta (il resto della discografia esprime invece un’evoluzione costante) e perchè avremmo gradito una tracklist un po’ più corposa. Tuttavia, avrete capito che “Communion”, se preso singolarmente, è un signor album, che deve essere certamente incluso tra i più validi usciti in questo inizio di 2008. Ridiamo quindi il benvenuto fra noi ai Septicflesh… tutti i fan del metal estremo originale e di qualità hanno da oggi un motivo per essere felici.