6.5
- Band: SEPTICFLESH
- Durata: 01:05:00
- Disponibile dal: 25/10/2013
- Etichetta:
- Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
“Mystic Places Of Dawn”, “Esoptron” e ora “Ophidian Wheel”. Procedono a passo spedito le ristampe dei primi album dei Septicflesh sponsorizzate dalla Season Of Mist. Con questa nuova edizione del loro terzo full-length, entriamo definitivamente nel vivo della carriera dei greci; una carriera esplosa davvero solo negli ultimi anni, ma che è sempre stata ricca di qualità e di colpi di scena, anche quando i Nostri erano solo un gruppo “per pochi”. “Ophidian Wheel” è per varie ragioni uno dei capitoli più particolari della discografia di Spiros Antoniou e compagni: è il primo disco a vantare il contributo della soprano Natalie Rassoulis, segna il ritorno in lineup del chitarrista Christos Antoniou (fuori dalla band su “Esoptron”) e può essere visto come il primo passo nella ricerca di uno stile più compatto e catchy; ricerca che toccherà il proprio apice qualche anno più tardi con il controverso “Revolution DNA”. Volendo accostare l’operato dei greci a quello di una delle loro maggiori influenze, ovvero i Paradise Lost, “Ophidian Wheel” sta alla carriera dei Nostri come “Icon” sta a quella degli storici gothic metaller britannici. In sostanza, il gruppo qui ha indubbiamente ancora i piedi ben piantati nel suo background (death) metal, ma ora inizia a giocare più spesso con la classica forma canzone, con melodie più memorizzabili e con un riffing di chitarra più snello e affilato, che in alcuni casi sembra persino rifarsi a certi stilemi melodic death metal. Gli interventi della Rassoulis, inoltre, andando ad aggiungersi alle note contaminazioni etniche e al mood medievale di certe aperture, rendono la proposta ancora più ibrida e trasversale, tanto che per qualche tempo non sarà raro (nè completamente fuori luogo) vedere i Nostri accostati anche alla scena symphonic/gothic metal che allora stava emergendo grazie al successo di realtà come i Theatre Of Tragedy. A livello di songwriting, “Ophidian Wheel” è nel complesso un ottimo album, inferiore al predecessore solo per via di alcune pecche nella produzione, per la presenza di tre tracce strumentali assurdamente pacchiane (“Tartarus”, “Microcosmos” e “Enchantment”) e per l’uso di una drum machine programmata con dei suoni sin troppo freddi. Archiviate queste magagne, il disco risulta assolutamente apprezzabile: del resto, “The Future Belongs To The Brave”, la title track e “Shamanic Rite” sono ancora oggi tra le migliori composizioni del catalogo dei greci. La ristampa dell’album, da tempo diventato di difficile reperibilità, non può dunque che essere ben vista da fan e completisti. Ancora una volta non ci troviamo concordi con la decisione di sostituire la copertina originale e questa volta dobbiamo anche segnalare un comparto bonus un po’ scadente (dei mixaggi inediti di tre pezzi appartenenti alla tracklist), ma i fan dei Septicflesh che non sono ancora entrati in possesso del lavoro sono comunque caldamente invitati a farsi avanti.
N.B. Come sempre, il voto si riferisce esclusivamente alla qualità della ristampa.