8.5
- Band: SEPTICFLESH
- Durata: 00:55:00
- Disponibile dal: //2003
- Etichetta:
- Hammerheart Records
- Distributore: Self
Ragazzi, preparate il portafogli, perché il ritorno dei Septic Flesh è qualcosa di assolutamente grandioso e merita senza ombra di dubbio di essere acquistato! La sottovalutatissima band greca ha dato alle stampe l’ennesimo bellissimo lavoro, e spero proprio che ottenga finalmente il giusto riconoscimento, grazie anche al passaggio da Holy ad Hammerheart Records, label che si sta mettendo sempre più in luce. “Sumerian Daemons” segna un parziale ritorno alle sonorità dei primissimi lavori della band, che qui rispolvera un riffing old school death metal affiancandolo a frequenti inserti industriali e operistici che erano già stati ampiamente utilizzati nel precedente “Revolution DNA”, seppur in un contesto ben più melodico e lineare. Ascoltando l’opener “Unbeliever” e “Red Code Cult” vi sembrerà di essere alle prese con una bastardissima death metal band, ma in episodi come “Vitues Of The Beast”, “Dark River” e “Magic Loves Infinity” tornano prepotentemente in auge le sonorità epiche e melodiche utilizzate in lavori come “Ophidian Wheel”, in cui la voce della bravissima soprano Natalie, tornata a collaborare con la band dopo alcuni anni di assenza, contribuisce a rendere il tutto ancora più drammatico e imponente. Le particolarissime melodie dei nostri (notoriamente il loro punto forte), profondamente radicate nella tradizione greca e nella musica classica, hanno sempre il giusto risalto e si alternano abilmente con le partiture più tipicamente metal (ascoltate “When All Is None” o “The Watchers”) facendo in modo che nulla sia mai troppo monolitico né prevedibile. Era davvero da tempo che non ascoltavamo un lavoro tanto originale ed ispirato: i Septic Flesh hanno dimostrato ancora una volta di sapersi costantemente evolvere, scrivendo un album che ha sì elementi in comune con ogni capitolo della loro discografia, ma che rappresenta allo stesso tempo un deciso passo in avanti nella ricerca di un suono che, pur potendo ancora essere sommariamente definito death-black melodico, è ora totalmente personale e unico. Una versione death metal degli ultimi Therion, con un pizzico di Paradise Lost? Chi lo sa?! Resta il fatto che il quartetto ellenico sembra aver trovato il compromesso perfetto tra tutte le sue influenze storiche. Circondati da una massa di mediocri mestieranti privi delle benché minime capacità artistiche, i Septic Flesh rappresentano oggi l’avanguardia del metal estremo: musicisti da conservatorio con la fissa del death metal che da anni scrivono alcune delle pagine più belle di questo genere di musica. Questo magnifico “Sumerian Daemons” ribadisce tutte le loro immense qualità e si appresta a diventare uno degli highlight di questa annata. I leader sono loro… lunga vita ai Septic Flesh.