6.5
- Band: SEPULTURA
- Durata: 00:54:24
- Disponibile dal: 26/01/2009
- Etichetta:
- SPV Records
- Distributore: Audioglobe
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Ed eccoci infine ad “A-Lex”, undicesimo capitolo in studio della saga Sepultura, band che, come avete letto, nel corso della sua venticinquennale carriera ne ha viste e passate di tutti i colori. Con questo – pensate un po’ – si arriva già al quinto lavoro senza Max Cavalera alla guida del gruppo, ma, cosa ancora più importante, ci si trova di fronte al primo album che non vede neanche il fratellino Igor seduto dietro i tamburi! Ci state pensando? I Sepultura senza i fratelli Cavalera: se mai una bestemmia farà scandalo nel metal-biz, ecco che una frase del genere è quasi adatta allo scopo. Giunti a questo punto, bisogna accettare di buon grado la scelta – controversa – di Paulo Jr. e Andreas Kisser di proseguire la loro strada musicale sotto lo storico monicker; e non stiamo neanche troppo a sperare in una forzata reunion, che sembra attualmente molto improbabile.
Latte Più. Korova Milk Bar. Il Ludovico Van. Drughi. Ultraviolenza. Alex. La Cura. Cosa vi riporta alla mente tutto ciò? Ma certo, il libro di Anthony Burgess e, ben più vivido nei vostri ricordi, sebbene censurato oltre ogni limite, il capolavoro cinematografico di Stanley Kubrick, ‘Arancia Meccanica’. E i Sepultura, con coraggio notevole, ci hanno impostato sopra un concept-album; dopo ‘La Divina Commedia’ di “Dante XXI”, evidentemente i ragazzi hanno convenuto fosse un bene ritentare l’approccio concettuale alla composizione. Ebbene, i Sepultura calati in acido, in mescalina, inzuppati nel Latte Più sinceramente non ce li saremmo aspettati così convincenti: il disco è piacevole e si fa ascoltare più e più volte senza causare irrefrenabili conati di vomito. Non volete chiamarlo passo in avanti, questo? Mentre il nuovo arrivato alle drums, tale Jean Dolabella, se la cava alla grande, purtroppo al microfono troviamo ancora una volta Derrick Green: solita vocina debole, sempre filtrata, senza mordente, mai veramente aggressiva. Avete mai provato ad immaginarvi un Jamey Jasta, uno Scott Vogel o anche Candace dei Walls Of Jericho impegnati ad interpretare i pezzi presenti su “A-Lex”? Sì, perché i brani non sono affatto male e i riff stavolta ci sono tutti: dal groove fluido e potente di “We’ve Lost You!” e “Conform” alle mine hardcore “Moloko Mesto” e “Enough Said”, dagli echi slayeriani di “Paradox” e “Forceful Behavior” ai più variopinti “The Treatment” e “What I Do!”. L’ennesima sfilza di tracce brevi e strumentali (le varie “A-Lex”) delimita le fasi della storia, che trova i suoi massimi momenti di enfasi nella lunga “Sadistic Values”, mini-suite di sette minuti praticamente divisa in due sezioni dalla diversa atmosfera, e in “Ludwig Van”, trasposizione metal della passione di Alex per la musica di Beethoven, non propriamente una novità nella scena ma comunque un episodio che calza perfettamente nel concept. Dunque, pur non potendo pretendere assolutamente dei capolavori da questi Sepultura, bisogna ammettere che, lentamente e con testardaggine, la band sta riacquistando punti e ragione di vita. E quindi non resta altro da fare che attendere il Futuro e sperare che questa piccola rivincita non sia solo un fuoco di paglia. Il cielo è da un decennio grigio e pallido: ora bisogna vedere se i Sepultura sapranno risorgere, come sentenziavano un tempo…