6.0
- Band: SEPULTURA
- Durata: 00:39:03
- Disponibile dal: 13/03/2006
- Etichetta:
- SPV Records
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
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Come scritto in precedenza, fare peggio di “Roorback” è praticamente impossibile per i Sepultura, soprattutto quando trascorrono ben tre anni tra quel disco deprecabile ed il tanto agognato decimo album in studio, il qui presente “Dante XXI”, prima fondamentale pietra su cui risollevare una parvenza di ragion di vita quale band di caratura mondiale. La formazione carioca, nonostante le ennesime critiche ricevute dopo la pubblicazione di “Roorback”, non è cambiata e, sebbene i rumors che aleggiano nell’aria da mesi predichino un ritorno all’ovile del figliol prodigo Max Cavalera, in realtà questa release porterà anche il fratellino Igor all’abbandono dei Seps, evento non traumatico come quello del 1996 ma certamente molto significativo. Ma prima di proiettarci nel futuro, restiamo ancorati al 2006, quando “Dante XXI” vede appunto la luce: è la prima volta che i Sepultura preparano un concept-album e, per questo loro esordio, scelgono addirittura ‘La Divina Commedia’ di Dante, immortalando il Sommo Poeta anche in copertina di disco. Le differenze qualitative tra “Roorback” e “Dante XXI” saltano immediatamente all’orecchio: dove il primo risultava completamente anonimo e privo di mordente, il secondo riesce nel tentativo di ridare speranza agli indefessi fan del combo, attraverso un songwriting sufficientemente convincente e a tratti altamente sperimentale. L’introduzione di partiture di archi ed elementi sinfonici nel sound dei Sepultura si sposa in maniera discreta con l’hardcore groovy e tribale che ormai é diventato il loro (in verità pallidino) marchio di fabbrica. La tracklist è come al solito piuttosto corposa e pregna di interludi piuttosto inutili, se non atti a determinare le fasi della vicenda Dantesca, peraltro non proprio resa alla grande da Kisser e compagni, soprattutto a livello atmosferico. Ve l’immaginate ‘La Divina Commedia’ trasposta in chiave hardcore tribale? Proprio no. Il singolo “Ostia” è purtroppo parecchio debole, anche se bisogna considerare che si tratta di una delle tracce più azzardate del lotto; molto meglio brani concisi e diritti al sodo come “Convicted In Life” e “Buried Words”, oppure pezzi grooveggianti quali “False” e “Nuclear Seven”. Interessante la chiusura affidata a “Still Flame”, una canzone finalmente dalla buona atmosfera che mette in luce l’anima più stravagante dei Sepultura. Insomma, “Dante XXI” alla fine riesce a lasciare una discreta impressione e questo, pur nel suo piccolo, è un ottimo segnale per i brazileiros, ormai consci di essere scesi di categoria ma impegnati al massimo per almeno offrire un bel gioco…