7.5
- Band: SEPULTURA
- Durata: 00:51:14
- Disponibile dal: 07/02/2020
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Giunti al quindicesimo sigillo, i Sepultura cercano di mantenere le coordinate dell’ultimo uscito, quantomeno per quanto riguarda il proprio concept contemporaneo. Confermata una line-up da cui traspare una certa solidità ed un innegabile affiatamento, i brasiliani propongono dodici pezzi per quattro aree esplorate con rispettivi approcci musicali. “Quadra”, ci dicono proprio i Seps, in portoghese va a definire anche un’area limitata di terreno, con demarcazioni chiare, dove si applicano le ‘regole del gioco’, quale che sia lo spazio di riferimento (la strada o un’area di competizione). La parte iniziale è quella più old-school, dove i brani restituiscono l’adrenalina tipica degli anni d’oro della band, sebbene sia anche quella più canonica: i pezzi sono devastanti e ben costruiti, dal vivo faranno cascare i muri, ma forse non risultano troppo memorabili (laddove spicca una ferocissima “Isolation” che richiama molto gli Slayer, e “Means To An End”, pezzone granitico il cui riff di apertura ricorda curiosamente quello di “Genital Grinder” dei Carcass – il che non sarà mai un male). Chiude la sezione l’ottima “Last In Line”, altra mazzata vecchia scuola con un Andreas Kisser che macina riff senza pietà e una prova pazzesca di Casagrande dietro le pelli. La seconda parte va a riprendere il discorso iniziato con “Roots”, quindi percussioni tribali, rallentamenti pesantissimi e quel tipo di mood che ha reso i Sepultura anni ’90 famosi alle masse; tuttavia i brani si amalgamano bene con quanto esposto finora, in particolare con “Ali” ed il proprio groove davvero rimarchevole.
L’altra metà dell’album è quella più open minded, e non a caso riprende quanto iniziato col disco precedente: forse più azzardata ma anche più interessante. La chitarra acustica che apre “Guardians Of Earth” suona serafica, si rafforza con dei cori classici ed esplode in un nugolo di rabbia marziale quasi operistica, con passaggi da brividi verso la fine ed un assolo costruito alla perfezione. Altra menzione per la strumentale “The Pentagram”, che nel suo incedere, a livello stilistico, fa quasi pensare a quello che avrebbero potuto fare i Metallica su “Death Magnetic” avendo uno come Casagrande alla batteria; il pezzo si snoda su rocciosi riff ‘all’americana’ senza perdere in personalità e facendosi ascoltare con gran piacere. Si va verso la conclusione a partire dalla bella e cortissima titletrack, strumentale e acustica, e due brani che guardano sempre al passato recente della band, dove su un groove metal moderno e ben piazzato Derrick Green (autore di un’ottima prova in tutto il lavoro) si cimenta anche nel cantato pulito e in un duetto con voce femminile su “Fear, Pain, Chaos, Suffering”, con un risultato sorprendente.
“Quadra” rappresenta un ulteriore passo avanti per i Sepultura con questa formazione, e dimostra quanto la band brasiliana sia conscia delle proprie radici e del proprio ruolo, ma anche ancora desiderosa di guardare avanti, consegnando ai metal kids là fuori una ragguardevole dichiarazione d’intenti relativa al proprio posto nel mondo.