7.5
- Band: SEPULTURA
- Durata: 00:41:06
- Disponibile dal: 30/10/1987
- Etichetta:
- Cogumelo Records
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Eccolo qua, l’album della svolta: se fino all’anno prima i Sepultura si erano fatti notare solo nell’underground brasiliano e poco oltre, con “Schizophrenia” la band fa il salto di qualità, sebbene il vero balzo in avanti verso la notorietà lo si vedrà solo successivamente alla pubblicazione del disco, quando i ragazzi – ancora sotto i vent’anni, è bene ricordarlo! – firmeranno il contratto con la crescente label olandese Roadrunner Records. E’ ancora la Cogumelo a pubblicare il secondo full dei Sepultura, infatti, platter ora considerato in Brasile quale primo, serio disco heavy metal mai uscito dai patri confini. L’ingresso in formazione di Andreas Kisser fa maturare il gruppo in modo notevole e lo porta a creare composizioni decisamente più complesse e ardite che in passato: tecnicamente i Seps sono tutti migliorati, lasciando inalterate la rabbia e la frenesia esecutiva dei dischi precedenti. Il thrash in quegli anni é all’apice, sta vivendo il momento di suo massimo splendore e “Schizophrenia” ne è ottimo rappresentante: più cambi di tempo all’interno dei brani, più riff, più stacchi, più fantasia e soprattutto una varietà di soluzioni che in pochi si sarebbero aspettati dai Sepultura, soprattutto alla luce di un lavoro monotematico come “Morbid Visions”: perfetto esempio di questa fresca varietà è la lunga strumentale “Inquisition Symphony” – portata alla ribalta in futuro anche da una riuscitissima cover per soli archi degli Apocalyptica – sette minuti di saliscendi incessanti e vorticosi, una sorta di “The Call Of Ktulu” meno epica e più in-your-face. Kisser ci delizia poi con l’altra strumentale presente sul lavoro, “The Abyss”, un minuto acustico di grande pathos. Ma in realtà è tutto il resto che rende grande “Schizophrenia”: vero che Max deve aggiustare ancora molto il tiro sulla pronuncia inglese e sulla metrica, ma brani quali “Escape To The Void”, “Septic Schizo”, “To The Wall” e l’iniziale “From The Past Comes The Storms” sono in grado di radere al suolo qualsiasi scalmanata platea. Come detto, grazie a questo disco i giovani Seps conquistano del tutto la madre patria e arrivano a far sentire la loro voce negli Stati Uniti ed in Europa: dalla firma del contratto con la Roadrunner in poi, la strada in direzione successo sarà tutta in discesa e sempre più luminosa, nonostante il prossimo disco, il caposaldo "Beneath The Remains", sia decisamente cupo e opprimente…