7.5
- Band: SERENITY
- Durata: 00:50:06
- Disponibile dal: 29/08/2008
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music:
Se il metal sinfonico è il vostro genere preferito e siete stanchi delle solite band-clone che affollano il panorama della musica estrema, allora non potete fare altro che correre nei negozi e fare vostra l’ultima fatica di questa interessante band: infatti, “Fallen Sanctuary”, quarto lavoro degli austriaci Serenity, è sicuramente una di quelle release che troveranno senza difficoltà i favori di quei metaller amanti di certe sonorità. Al secondo lavoro etichettato Napalm Records, da sempre sinonimo di qualità, i Serenity ci presentano un album dalle chiare tinte power sinfonico, condito da influenze classic prog e da richiami melodici che ricordano i migliori Stratovarius; un lavoro non facile, e più volte abbiamo sottolineato il carattere inflazionistico di molte proposte del genere, caratterizzate da band-clone protagoniste di richiami al limite del plagio. Il combo austriaco invece confeziona un lavoro di ottima fattura, in cui convivono i ritmi lenti e melodici dell’opener “All Lights Reserved” con brani accattivanti di stampo power e sinfonico come “Rust Of Coming Ages” o “Oceans Of Ruby”, scelta per chiudere nel migliore dei modi l’album e chiaro riferimento alla ex-band di Tolkki. Ma i nostri mostrano riconoscenza anche ai Kamelot con “Coldness Kills”, pezzo arrangiato in maniera straordinaria in cui l’orchestrazione si intreccia con cori gotici da pelle d’oca; atmosfere che vengono in parte riprese dalla medievaleggiante “Sheltered (By The Obscure)” che, insieme all’ottima “Velatum”, si candida ad essere uno degli episodi più riusciti dell’intera opera. Naturalmente in un lavoro del genere non poteva mancare la ballad strappalacrime: ecco allora “Fairytales”, dal titolo abbastanza inflazionato, ma che cattura inesorabilmente sin dal primo ascolto. A far da cornice alla release, una produzione praticamente perfetta che non lascia nulla al caso ed una capacità d’arrangiamento che ha ben pochi eguali in questo genere; in un campo della musica estrema ultimamente spesso bistrattato (a volte, però, a ragione), un album che senza ombra di dubbio farà la felicità di quei fan alla ricerca di idee nuove e di grande valore artistico.