6.5
- Band: SERIOUS BLACK
- Durata: 00:56:09
- Disponibile dal: 24/08/2017
- Etichetta:
- AFM Records
- Distributore: Audioglobe
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Quanto senso hanno i supergruppi, specialmente quelli nati nell’ambiente power metal? Ormai siamo abituati al fatto che questo ambito musicale sforni progetti su progetti ogni anno, con decine di piccole band che magari fanno un disco e poi scompaiono nel nulla perché il solista di turno deve dedicarsi al prossimo lavoro della band principale. Pare chiaro a tutti, però, che non è questo il caso dei Serious Black, che a un solo anno di distanza dal precedente disco tornano a far parlare di sé con questo “Magic”. Che dire? Se la sindrome da dischi uno dietro l’altro sembra affacciarsi come la resurrezione di Voldemort in ‘Harry Potter e il Calice di Fuoco’ (giusto per restare in tema), il lavoro che andiamo ad esaminare non è malaccio. Infatti la prima metà del disco, diciamo fino a “Serious Black Magic”, dimostra che la vena creativa di Dominik Sebastian, Mario Lochert e Urban breed può ancora tirare fuori qualche bel pezzo di classico power metal europeo. Aiutati anche dal fatto che si tratta di un concept dedicato alle avventure di un fantomatico ‘Mr. Nightmist’, pezzi come “Burn, Witches, Burn!” e “I Can Do Magic” non mancheranno di farvi tamburellare le dita sul tavolo, con un riffing e dei chorus studiati apposta per il coinvolgimento dell’ascoltatore. Soprattutto il primo pezzo funziona alla stragrande, con un ritmo forsennato di chitarre e batteria che esplodono poi nel coinvolgente chorus in pieno stile power mitteleuropeo. Anche stavolta, infatti, molto è dovuto al drumming di Alex Holzwarth, entrato in formazione nel 2015 e dimostratosi subito elemento vincente per la band: le sue gabbie ritmiche creano momenti di ottimo livello, come appunto la sopracitata “I Can Do Magic”, forse il miglior pezzo del disco che dimostra belle variazioni ritmico/melodiche. Purtroppo, gran parte di questa carica esplosiva si perde a partire da “Skeletons On Parade”, per poi scemare fino all’ultima “Newfound Freedom”, in una vera e propria discesa dal punto di vista compositivo. Se fino a questo momento, infatti, qualcosina poteva far rizzare le antenne dell’ascoltatore, il tutto si perde in una serie di classici pezzi power, da “Mr. Nightmist”, brano molto ritmato che parla del protagonista della storia che si accinge a spezzare una maledizione, alla ballad “True Love Is Blind”, che non aggiunge nulla di nuovo a quanto detto nelle prime sei canzoni. Insomma, “Magic” alla fine si rivela essere quello che ci si aspettava: un prodotto discreto, con alcune canzoni carine e altre un po’ meno. Complessivamente non ci si può lamentare, considerato il valore compositivo e produttivo del combo, ma resta una strana sensazione a pensare che sarebbero bastate le prime sei canzoni a fare un bel disco. Purtroppo, in un ambiente come questo, una pausa di riflessione tra un album e l’altro sarebbe stata d’uopo; invece i Serious Black si sono tuffati a capofitto in un concept che ha alti e bassi. Indubbiamente determinate canzoni funzioneranno benissimo dal vivo, specialmente considerata la bravura di due chitarristi come Bob Katsionis e Dominik che per tutto il disco ci regalano assoli di ottima fattura, ma la band si sta lentamente incamminando verso quel percorso di ‘minestra riscaldata’ che altri, purtroppo, hanno già percorso.