5.0
- Band: SERJ TANKIAN
- Durata: 00:44:09
- Disponibile dal: 21/09/2010
- Etichetta:
- Warner Bros
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Difficile scrivere del secondo album solista di Serj Tankian, artista armeno-americano e indimenticato frontman dei System Of A Down, soprattutto dopo lo shock iniziale rappresentato dalla radicale svolta stilistica. La critica, che si stupì della sostanziale aderenza di “Elect The Dead” alla proposta della band originaria, ora troverà le sue previsioni, assieme a quelle dei fan, infrante come un’onda sugli scogli: in “Imperfect Harmonies” vengono infatti esplorati, concentrandoli in undici brani, tutti i territori musicali strettamente al di fuori dei System, distanziando le origini rock/metal per abbracciare arditi intrecci di classica, electro, fusion e jazz! Di rock è rimasta solo l’attitudine, visto che di chitarre, spesso e volentieri, c’è solo il ricordo. Non fatevi ingannare dall’azzeccato singolo “Left Of Center”, le armonie imperfette spaziano dall’acid jazz di “Disowned, Inc.” alla piano ballad “Yes, It’s Genocide” alla techno europea di “Electron”, immerse in un vortice di forzato eclettismo che viaggia spesso al confine dell’arroganza. Trait d’union con il passato sono sicuramente le vocals di Tankian, di nuovo teatrali, accattivanti e d’effetto, gravide sino all’eccesso di poetica e politica, indiscusse protagoniste dal principio al duetto finale con Shana Halligan (Bitter:Sweet). Un’opera più semplice da ammirare, per ambizione e coraggio, che da amare, poiché Tankian ha fatto decisamente il passo più lungo della gamba, e senza la spalla di un Malakian (o sostituto) a reggere il gioco con qualche riff tuonante rimane una spaesata auto-referenzialità, sommersa sotto quintali di futili espedienti artistici. Meglio tornare a sperare nei tweet di Shavo Odadjian e immolarsi all’ennesima causa persa, ovvero la speranza di una reunion sempre più lontana.