SERPENTES – Desert Psalms

Pubblicato il 22/04/2025 da
voto
8.0
  • Band: SERPENTES
  • Durata: 00:46:32
  • Disponibile dal: 18/04/2025
  • Etichetta:
  • Norma Evangelium Diaboli

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Periodo di uscite per la Norma Evangelium Diaboli che, dopo l’interlocutorio Svartsyn e la bomba dei Teitanblood, chiude questo primo trittico di pubblicazioni del 2025 con il debutto dei Serpentes, progetto capitanato dal portoghese A.Ara (Angrenost), qui affiancato da ben due membri dei Misþyrming.
Con tali premesse è facile intuire su quali sentieri questo “Desert Psalms” vada a parare: partendo da un black metal moderno ed esoterico sulla scia di Funeral Mist, ultimi Marduk e debitore (per forza di cose) della scuola islandese, i sette capitoli del disco dimostrano anche quanto importante sia l’influenza di un gruppo come i Deathspell Omega.
La musica dei Serpentes infatti, seppur andando oltre le strutture e le codifiche classiche del genere non si avventura mai troppo in composizioni troppo cervellotiche e complesse, utilizzando quel bilanciamento tra avanguardia e tradizione di un disco come “Si Monvmentvm Reqvires, Circvmspice” per creare un’atmosfera oppressiva, austera ma mai impenetrabile.
“Desert Psalms” si apre con un triste canto femminile che sfocia in quasi dieci minuti di ritmi rituali e lenti, che aumentano pian piano fino ad esplodere in un vortice fatto di blast-beat, muri di riff e fraseggi di chitarra sempre in bilico tra la dissonanza e la melodia.
Quella dei Serpentes è una musica carica di tensione e disperazione, trasmesse anche e soprattutto dalla violenta prova vocale di Dagur Gíslason (Misþyrming), il quale sceglie uno stile declamatorio che ben si sposa con il resto. “II” ha la violenza e l’intensità della scuola nera islandese, mentre la successiva “III” vede come protagonista una chitarra solista che si snoda per tutta la durata del pezzo quasi come fosse un assolo continuo, a supporto di riff dissonanti e tastiere drammatiche: una salita infinita verso un Purgatorio che però non arriverà mai.
Stesso discorso si può fare per “VI” che aumenta però vistosamente la componente avanguardistica con un risultato vicino a certi Dødheimsgard per il suo eclettismo ma filtrato attraverso le visioni terrificanti dei Deathspell Omega.
In alcuni brani il disco tira il freno a mano della sperimentazione e regala momenti estremi più diretti ma altrettanto efficaci: “IV” e “V” ne sono un esempio perfetto, mentre l’influenza dei francesi esce completamente allo scoperto con la conclusiva “VII”, una lunga cavalcata epica dai sentori orchestrali e sorretta da un ottimo lavoro solista.
Un disco sorprendente, questo “Desert Psalms”, capace di tirare fuori un mood genuinamente cupo e inquietante, mantenendo intatto il ponte con la tradizione più pura del genere, puntellato con tutto ciò che di originale è stato fatto da quelle band che non hanno avuto paura di sperimentare ed evolversi.
Non una pietra miliare, certo, ma un grande lavoro che merita di elevarsi ben al di sopra della media delle uscite attuali.

 

TRACKLIST

  1. I
  2. II
  3. III
  4. IV
  5. V
  6. VI
  7. VII
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