8.0
- Band: SETH
- Durata: 00:45:10
- Disponibile dal: 07/05/2021
- Etichetta:
- Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
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L’immagine apocalittica di Notre Dame in fiamme, raffigurata nella copertina d’impatto di questo album, ci rammenta la potenza esoterica di quella che, per il mondo occidentale, è molto di più di una cattedrale. Non a caso, al suo spettacolare incendio è seguito, come da molti ipotizzato, un disequilibrio energetico, ovvero una catastrofe: una pandemia mondiale, appunto. Con la potenza dirompente di un simile messaggio, i francesi Seth sembrano voler tornare in pista più carichi che mai, dopo un’assenza da uno studio discografico durata ben otto anni (se si esclude un live album del 2019). Già in passato la band era rimasta in stand by, dal 2005 al 2011, ma ora Heimoth e soci sembrano aver ritrovato le energie degli esordi. La formazione è rinnovata ed accanto al mastermind Heimoth, affiancato come sempre dall’ottimo batterista Alsvid, ci sono nuovi membri, compresi due provenienti dai Vorkreist.
Nel corso della loro carriera i francesi Seth hanno sempre cercato di evolversi, di arricchire il proprio sound e di sperimentare cose nuove senza rimanere la symphonic black metal band degli esordi. Ora però è giunto il momento di riprendere il filo spezzato dal tempo, ritornare un po’ alle origini, stavolta forti dell’esperienza maturata in tutti questi anni. Proprio in questa consapevolezza risiede la forza dell’ottimo album in questione, intitolato “La Morsure Du Christ”. Il disco inizia subito ai massimi livelli con un brano monumentale, ovvero la titletrack, che mescola lo stile black metal presente sul full-length d’esordio, “Les Blessures De l’âme”, a una violenza cinica perpetrata in modo quasi supponente. Il cantato in francese, tipico marchio dei Seth, dona ai brani un sapore particolare e un po’ insolito. Sebbene la band abbia sperimentato tanto in carriera, il sound dei Seth è sempre riconoscibile abbastanza facilmente e ciò dimostra che Heimoth e soci sono stati in grado di costruirsi un trademark caratteristico. Proprio grazie a questo marchio di fabbrica sempre più infuocato l’opera riesce a suggellare una quadratura del cerchio che i Seth, dopo tanti tentativi, sembrano aver finalmente raggiunto e metabolizzato. Questo album è Seth al 100%, il songwriting è molto ricco, i cambi di tempo non mancano grazie ad una base ritmica di tutto rispetto. Ma ciò che rende grande questa release è l’atmosfera e non si fa riferimento alla presenza dei synth: “La Morsure Du Christ” è un album che sprigiona davvero il suo verbo pestilenziale in modo ammaliante.
Assieme all’ultimo album bomba degli …And Oceans dell’altro anno, il sesto album dei Seth può davvero essere considerato come uno dei migliori album di black metal sinfonico dell’ultimo biennio. Ascoltando “La Morsure Du Christ” è difficile rimanere indifferenti alla ‘grandeur’ del black metal francese. A tratti, in brani come “Sacrifice De Sang”, si può persino sentire l’eco del misticismo dei primi Seth, quelli dell’indimenticato debutto “By Fire, Power Shall Be…”.
I fan dei Seth possono dunque finalmente esultare, perché la band francese ha sfornato senza dubbio uno dei migliori album della sua carriera grazie a un grande ed onnipresente pathos macabro e decadente. Se l’incendio di Notre Dame è il preludio all’apocalisse, allora che siano i Seth a descriverne l’arrivo con la loro musica.