7.5
- Band: SETH
- Durata: 00:54:52
- Disponibile dal: 07/06/2013
- Etichetta:
- Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music:
Nove anni di silenzio e d’inattività sono decisamente troppi per una band. Nel caso dei francesi Seth pochi davano ancora qualche chance alla band guidata da Heimoth di ritornare in pista. Invece da un paio d’anni i Seth sono rinati, sono tornati grazie anche al supporto della Season Of Mist, la stessa etichetta che aveva creduto in loro pubblicando il primo, bellissimo album di debutto “Les Blessures De L’Âme”. Il nuovo e quinto full length del gruppo girondino, intitolato “The Howling Spirit”, è senza ombra di dubbio al passo con i tempi e si riaggancia in particolar modo ad un altro loro lavoro, il terzo album “Divine-X”, rilasciato nel 2002. Ricchezza di contenuti, un riffing elaborato ma che riesce anche ad essere digerito facilmente, un’atmosfera claustrofobica, un sound corposo e rivolto al futuro: questi sono i tratti somatici dei nuovi Seth ed in questo è possibile paragonare i due lavori della band nonostante sia trascorso più di un decennio. Un paio di canzoni, titlerack compresa, si aprono con degli arpeggi che sin dal capolavoro “By Fire, Power Shall Be…” fanno parte del trademark della band francese, poi però lo spazio viene dominato dal black metal rapido, spezzettato, intricato e suadente ideato dal leader Heimoth. Ci sono capitoli piuttosto oscuri su questo nuovo album e disturbanti come “Killing My Eyes”, un pezzo mortifero dall’atmosfera da brividi. I brani del nuovo “The Howling Spirit” sono complessi e ben congegnati, ma non perdono la loro energia in passaggi eccessivamente aggrovigliati. Il songwriting dei Seth non è mai stato lineare, ma mentre sul penultimo “Era Decay” i suoni asettici ed il riffing contorto impoverivano la forza dei brani, sulla nuova release tutto questo non succede. I Seth hanno la fortuna, bisogna ammetterlo, di poter disporre di un ottimo batterista come Alsvid (che ha anche suonato nella sua carriera su ben tre album dei belgi Enthroned) che riesce a dare la sferzata ai brani al momento giusto trascinandoli a velocità sostenutissime. C’è un’aura soffocante che comprime questo CD, dandogli una dimensione satura di energie negative, e non c’è dubbio che si tratti di una delle migliori release della carriera dei Seth. Il cantato di Black Messiah stavolta convince di più rispetto alla prestazione fatta su “Era Decay”: in alcuni momenti, come su “One Ear To The Earth, One Eye On Heaven”, il suo modo di cantare ricorda quello aggressivo di Satyr dei Satyricon. Heimoth anche sul nuovo lavoro utilizza, ma di rado, le tastiere per aumentare lo stato di tensione dei brani, specialmente su “Scars Born From Bleeding Stars”. Un plauso va fatto a questa band, che afferma il proprio status di gruppo di primissimo piano nonostante il gap temporale di una decina d’anni. Un giusto equilibrio tra tecnica, idee sofisticate ed energia esplosiva. Chapeau!