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- Band: SETTLEFISH - TENUTA
- Durata:
- Disponibile dal: //2001
- Distributore: Self
Questo split-cd della LoudBlast offre due diversi ma interessanti aspetti dell’underground nu metal e crossover nazionale, sto parlando dell’eclettico combo bolognese chiamato Settlefish e dei riccionesi Tenuta, due proposte che fanno ben sperare per il futuro della scena alternative italiana. Davvero notevole il materiale presentato dalla prima band, i sei romagnoli, al tempo meglio conosciuti come Video Snuff, propongono un’efficace ed intensa miscela di hardcore, nu metal, rock e funky, anche se le contaminazioni appaiono molteplici e ben dosate, potrei definirli come una personale alchimia di sonorità tanto care a bands internazionali come Incubus, Faith No More e Lost Prophets con un pizzico della genialità nevrotica dei bravissimi e rimpianti Snot, il tutto condito con eleganza dalla notevole capacità tecnico compositiva del sestetto in questione. Mi viene spontaneo chiedermi come mai una band di questo calibro debba accontentarsi di dover dividere lo spazio con un altra band su uno split cd e non poter beneficiare di un full lenght riservato solo a loro. La prima traccia, “Simple & Static” fa capire subito le intenzioni di questi fantomatici Settlefish, ritmiche aggressive su tempi medi, un cantato potente, melodico e molto personale messo ancora più in evidenza sulla bellissima e saltellante “Signal Relapse In O.K.” una song dall’attitudine molto yankee (sicuramente merito anche del fatto che il singer Jonathan Clancy è di nazionalità italo canadese), con un chorus ed un inciso da urlo. La conclusiva “Pay The Ticket” unisce il rhytm’n blues e il funky più acido dei primi Red Hot Chili Peppers generando una song davvero originale e accattivante, un altro esempio di come questa band sia in grado di destreggiarsi con le sonorità più diverse e sperimentali. Notevole anche la proposta della band di Riccione, questi Tenuta presentano cinque brani molto interessanti, il loro metal moderno cantato in italiano non offre spunti particolarmente innovativi ma il materiale presentato è molto curato e ben suonato e gli arrangiamenti sono decisamente personali. Li si potrebbe indicare come un ipotetico connubio di sonorità storiche nello stile dei più recenti Pantera con alcuni riferimenti ai Machine Head ma con spunti più moderni, che fanno pensare ai primi Deftones o ai Coal Chamber, tra i brani segnalerei l’aggressiva “In Me” e l’ottima traccia d’apertura, “Pantomima”. Un ottimo inizio per due bands di cui sentiremo sicuramente parlare in futuro, se solo la LoudBlast si decidesse a valorizzare di più le sue bands realizzando separatemente i debutti discografici dei suoi interessantissimi gruppi.