SEVEN KINGDOMS – Decennium

Pubblicato il 11/05/2017 da
voto
5.0
  • Band: SEVEN KINGDOMS
  • Durata: 00:51:35
  • Disponibile dal: 05/05/2017
  • Etichetta:
  • Napalm Records
  • Distributore: Audioglobe

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Iniziando l’ascolto dell’album, fin dalle primissime note, l’impressione è che si tratti di un disco di power/speed di stampo marcatamente teutonico, derivativo però al punto tale che, come abbiamo più volte espresso in occasione di altre recensioni, difficilmente una simile proposta possa davvero provenire oggi da un gruppo tedesco. In effetti, è proprio così, perchè questi Seven Kingdoms sono una band floridiana, che aveva pubblicato cinque anni fa l’album “The Fire Is Mine”: pur essendo cambiata parecchio di aspetto, la cantante Sabrina Valentine è la stessa di allora, in quanto nel frattempo si è sposata con il chitarrista Camden Cruz, assumendone il cognome. Il nuovo album s’intitola “Decennium”, in quanto celebra il decimo anniversario della loro formazione, ma il tempo sembra essersi totalmente fermato per questa band, che è rimasta pesantemente influenzata da acts come Helloween, Iron Savior e Blind Guardian. La scelta di una voce femminile dopo la dipartita del cantante Bryan Edwards nel 2009, poteva rappresentare forse l’occasione per i Seven Kingdoms di rendere un po’ più personale il proprio stile, ma di fatto non è cambiato granchè. Peraltro, ci ha colpito il fatto che addirittura tre brani ancora portino la firma proprio del precedente cantante, come se la loro povertà di idee li portasse ad andare a recuperare materiale ormai risalente a diversi anni fa. Ad ogni modo, è un album fatto di canzoni con riff e melodie esageratamente emulative, dove tutto sa già di sentito e risentito, trito e ritrito. Pur rimanendo su questa scia, all’insegna di un classicissimo power tedesco, ci preme evidenziare come ci sia comunque molto di meglio (anche in Italia). Certo, per attirare l’attenzione di un’etichetta come la Napalm Records i Seven Kingdoms avranno pure dimostrato una crescita sotto qualche profilo, ma ciò non cambia la sostanza, trattandosi di un disco assolutamente inutile, a tratti persino irritante, dove si salva ben poco (ad esempio ci è piaciuta la copertina, ma segnaliamo anche come la registrazione ed il mixing siano stati curati da Jim Morris e il mastering da Jacob Hansen) e che riteniamo non sarà in grado di entusiasmare neppure i fan più accaniti del genere.

TRACKLIST

  1. Stargazer
  2. Undying
  3. In The Walls
  4. The Tale Of The Deathface Ginny
  5. Castles In The Snow
  6. Kingslayer
  7. The Faceless Hero
  8. Neverending
  9. Hollow
  10. Awakened From Nothing
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