SEVEN SPIRES – Emerald Seas

Pubblicato il 29/02/2020 da
voto
7.5
  • Band: SEVEN SPIRES
  • Durata: 00:49:03
  • Disponibile dal: 14/02/2020
  • Etichetta:
  • Frontiers

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Dopo un promettente album di debutto pubblicato nel 2017, i Seven Spires, guidati dalla bravissima Adrienne Cowan, tornano oggi con un nuovo album che prosegue ed espande quanto di buono ascoltato in “Solveig”. La formazione statunitense prosegue il proprio percorso artistico all’insegna di quello che loro stessi definiscono come ‘theatrical metal’, definizione tutto sommato calzante visto l’approccio narrativo che trova diversi punti in comune con la drammaturgia, se non addirittura con il cinema, come vedremo più avanti. All’atto pratico, la proposta dei Seven Spires si traduce in un pot-pourri di generi che si appoggia ad una solida base di metal sinfonico e power metal, su cui però la band intarsia influenze disparate (folk, strutture tipiche del musical, fino ad arrivare al black metal sinfonico).
“Emerald Seas”, di per sè, non è un lavoro particolarmente innovativo, ma è innegabile la bravura della band che riesce, grazie ad un bagaglio tecnico estremamente valido, ad essere credibile in qualunque frangente, padroneggiando stili e tecniche con grande naturalezza. Su tutti, poi, svetta la stratosferica performance di Adrienne, cantante dotata di una versatilità allucinante, che le permette di raggiungere quasi ogni colore dello spettro vocale, dallo screaming black metal fino alle più limpide note celestiali. Molto buona la confezione tecnica ad opera del rodato duo Sascha Paeth/Miro, che restituisce un suono chiaro e potente, mentre ci lascia un po’ perplessi la scelta di una copertina così naïf da sembrare amatoriale.
Un altro aspetto positivo, che abbiamo brevemente accennato in apertura ma che merita una digressione più approfondita, è il taglio cinematografico che caratterizza l’intero album. “Emerald Seas” è un concept album dalle tinte fantasy, che si ricollega alla storia già presentata in “Solveig”: anche in questo caso, nulla che non si sia già visto in centinaia di altre produzioni, ma qui a fare la differenza è proprio la capacità del gruppo di restituire quella dimensione cinematografica (qualcuno ha detto Rhapsody?) che appare particolarmente efficace se si ascolta l’album nella sua interezza. I Seven Spires, dunque, non svolazzano tra i generi senza un disegno ben preciso, ma utilizzano il linguaggio musicale più adatto al racconto, con notevole sicurezza. Abbiamo così episodi esotici e maestosi (“Ghost Of A Dream”, “The Trouble With Eternal Life”), energiche accelerate power metal dove l’azione si fa concitata (“Succumb”), ballate delicate a sottolineare i momenti di quiete (“Silvery Moon”), alternati a momenti oscuri e minacciosi a là Dimmu Borgir (“Drowner Of Worlds” e “Fearless”). Addirittura il brano conclusivo, “Emerald Seas”, è uno strumentale orchestrale così vicino al concetto di colonna sonora, che ci sembra quasi di veder scorrere sullo schermo i titoli di coda. Il secondo full-length dei Seven Spires, dunque, pur inserendosi in un contesto certamente sovraffollato come quello del symphonic metal con voce femminile, riesce a ritagliarsi con un suo spazio, senza ambizioni velleitarie, ma con quella sicurezza di chi ha svolto al meglio delle proprie possibilità il suo lavoro.

TRACKLIST

  1. Igne Defendit
  2. Ghost of a Dream
  3. No Words Exchanged
  4. Every Crest
  5. Unmapped Darkness
  6. Succumb
  7. Drowner of Worlds
  8. Silvery Moon
  9. Bury You
  10. Fearless
  11. With Love from the Other Side
  12. The Trouble with Eternal Life
  13. Emerald Seas
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